soccorso alpino

Salvo lo speleologo intrappolato a oltre mille metri di profondità: “Ho temuto di non farcela”

Il racconto di Mark Dickey, al cui salvataggio ha partecipato il Soccorso Alpino Trentino: “È meraviglioso essere di nuovo in superficie”
 



ISTANBUL. "È meraviglioso essere tornato di nuovo in superficie".

Sono state queste le prima parole dopo essere stato messo in salvo di Mark Dickey, lo speleologo statunitense di 40 anni che nella notte di ieri, 11 settembre, è stato trasportato in superficie dopo essere rimasto per oltre una settimana bloccato a più di 1000 metri sotto terra a causa di un malore che ha accusato nella grotta di Morca, sulla costa mediterranea della Turchia in provincia di Mersin.

Dopo essere riuscito a risalire, trasportato in barella su una struttura di corde grazie a una squadra di oltre 190 soccorritori arrivati anche dall'Italia e dal Trentino, Dickey ha descritto l'esperienza che ha vissuto come "una pazza, pazza avventura" e ha anche ammesso di avere pensato di potere morire mentre si trovava all'interno della grotta.

"Era diventato difficile aggrapparmi alla mia coscienza e ho raggiunto il punto in cui ho pensato che non sarei riuscito a restare vivo", ha affermato Dickey, come riportano vari media turchi.

Lo speleologo ha accusato un malore per un'emorragia allo stomaco il 2 settembre mentre si trovava a una profondità di 1120 metri durante una missione di esplorazione internazionale. È stato prontamente portato in un campo base a 1040 metri sotto terra dove ha potuto ricevere assistenza medica e dopo qualche giorno, quando le sue condizioni si sono stabilizzate, è iniziata un'operazione per farlo risalire in barella, grazie a una struttura di corde con la quale è stato issato.

All'operazione di salvataggio hanno partecipato soccorritori dalla Turchia, dalla Bulgaria, dalla Croazia e dell'Ungheria mentre l'Italia ha invitato 46 tecnici del Soccorso alpino e speleologico del Trentino.













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