IL CASO

Rovereto, operaio morto per l'amianto all'Archifar, tutti assolti per prescrizione

Giancarlo Manica era stato stroncato da un mesotelioma dieci anni fa. Ora il caso è chiuso



ROVERETO. Per la morte di Giancarlo Manica, stroncato da un mesotelioma nel maggio del 2008, è troppo tardi per chiedere giustizia. Tutti assolti per prescrizione del reato.

Il gup Monica Izzo si è appoggiata a una recente sentenza della Corte di Cassazione a camere riunite, la quale ha stabilito che in casi di omicidio colposo sul lavoro per inadempienze da parte dei responsabili aziendali vada considerata la normativa dell’epoca dei fatti, e non valga dunque la giurisprudenza successiva. Secondo questa interpretazione, la vicenda si sarebbe già esaurita da circa tre anni, ovvero sette anni e mezzo dopo la data della morte di Manica.

Si tratta di un caso molto dibattuto in tribunale: la sentenza di primo grado, risoltasi con un non luogo a procedere, è stata emessa dal giudice Riccardo Dies il 16 maggio 2013. Il ricorso delle parti lese - i familiari e il sindacato - avevano fatto ricorso e la Cassazione annullò la sentenza del giudice Dies con non luogo a procedere da Dies il 12 ottobre 2016, così il procedimento era ripartito da capo, con un altro giudice, il gup Izzo. Il quale ha assolto ieri mattina tutti gli imputati per avvenuta prescrizione.

Si tratta di dirigenti dell’Archifar a vari livelli, che si erano succeduti nel periodo presunto della contaminazione da amianto. Nel dettaglio, gli imputati erano Mario Giommoni, 96 anni, difeso dall’avvocato Gianpiero Mattei di Trento, Giorgio Giommoni, 94 anni, difeso dallo studio dell’avvocato Ilaria Li Vigni di Milano, Roberto Sabbioneda, 87 anni, difeso dall’avvocato Giuseppe Bana di Milano. Emilio Nicola Francesco Lepetit, 88 anni, anche lui difeso dall’avvocato Bana, Bruno Modanesi, 80 anni, Ezio Riva, 93 anni, Angelo Meoni, classe 1907 (risulta irreperibile, ma sarebbe nel frattempo defunto), gli americani Alexander Crossan, 93 anni, e Leonce Frederick Dupuy, 90 anni, entrambi irreperibili, lo svedese Claude Alexander Ohrn Sverker, 63 anni, l’egiziano Mohamad El Sayed Reefat, 72 anni, irreperibile, l’inglese Stewart Alastair, 72 anni, pure irreperibile, e il francese Rolland Stephane, 67 anni, irreperibile anch’esso. Va detto che con tutta probabilità gli imputati ancora in vita sono pochi, e che dunque pochi di loro avrebbero potuto essere chiamati a giudizio.













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