LA TESTIMONIANZA

Rovereto, l'odissea di un giocatore: "Così le slot machine hanno distrutto la mia vita"

Un cinquantenne racconta il suo dramma: dalle carte con gli amici alle "macchinette": "Ora sto cercando di disintossicarmi"


di Filippo Schwachtje


ROVERETO. Dopo anni di dipendenza, di richieste d'aiuto, di successi e ricadute, una vittima del gioco d'azzardo ha raccontato la propria storia al Trentino. La dipendenza da gioco, o ludopatia, si colloca nella categoria dei disturbi mentali, tra i disturbi del controllo degli impulsi, ed è una patologia estremamente grave, che negli ultimi anni, con l'introduzione delle slot machine, sta rovinando la vita di un numero sempre crescente di persone.

Come ha sviluppato la sua dipendenza?

É iniziato tutto quando ero ancora un ragazzino. Ho iniziato giocando a carte con gli amici, era solo un gioco allora, assolutamente innocuo, pensavo. Dopo qualche anno ho iniziato a frequentare i locali che avevano le slot machines, e da lì è iniziato l'incubo. Ho iniziato a giocare somme sempre più grandi, ogni giorno soffrivo d'ansia e non riuscivo a smettere di pensare al gioco. Dopo ogni perdita dovevo giocare ancora, per rifarmi.E non si parla di pochi spiccioli, magari se ne andavano 200, 250 euro al giorno.

Ha mai cercato aiuto?

Sì, più volte. È da circa dieci anni che sono seguito dal Serd e dagli assistenti sociali, che non smetterò mai di ringraziare. Sono entrato anche in un gruppo Ama (Auto Mutuo Aiuto ndr), che consiglio a chiunque si trovi nella mia situazione, o in una situazione di dipendenza in generale. Nel 2008 poi ho partecipato ad un programma psicoterapeutico residenziale intensivo, con l'associazione Hortos, a Siena. Il costo è stato alto, 2000 euro per 20 giorni di trattamento, ma i risultati sono stati eccezionali: non ho giocato un centesimo per 4 anni filati.

Dopo cosa è successo?

Dopo ci sono ricaduto, pian piano. La dipendenza da gioco è insidiosa, magari un giorno giochi 3, 4 euro e riesci a fermarti, e sei convinto di avercela fatta, che ormai sai controllarti. A quel punto torni a giocare, ma piano piano le cifre si alzano, e torna l'ansia e la necessità di giocare, e a quel punto ci sei ricaduto. Dal 2012 il mio “periodo di astinenza” è finito, ed ho iniziato nuovamente a giocare alle slot. Il processo è stato piuttosto lento, ma continuo. La settimana scorsa ho giocato più di 200 euro in un giorno. Adesso sto provando ad entrare in una struttura a Padova, per riuscire a disintossicarmi nuovamente. Il programma comprenderebbe otto ore al giorno di terapia e sedute almeno tre volte a settimana. La struttura è convenzionata con la regione Trentino, vista la mancanza in provincia di strutture apposite per la dipendenza da gioco, ma finora non mi è stato ancora garantito l'accesso.

Cosa consiglierebbe di fare a qualcuno che dovesse notare i sintomi da lei descritti in una persona vicina?

Accompagnatela in un processo di disintossicazione insieme a degli specialisti. Il Serd, i gruppi Ama qualunque cosa. Vicino a noi ci sono molte realtà pronte ad aiutarci, come l'Ama di Trento. Non preoccupatevi di quello che “gli altri” potrebbero pensare, state andando da degli specialisti che rispettano il segreto professionale. Ed in ogni caso la nostra vita è più importante: ricordatevi che il gioco si prende tutto, il vostro lavoro, la vostra famiglia le vostre relazioni.

 













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