Per l’ex filanda Bettini è l’ora della progettazione 

Costituito un gruppo di lavoro per mettere mano all’edificio di Lizzanella Tomazzoni: «Non vogliamo un museo, piuttosto sarà una start up della seta»


di Robert Tosin


ROVERETO. Per fine mese potrebbe esserci il progetto definitivo ed esecutivo dell’ex filanda Bettini di Lizzanella. Il Comune infatti ha costituito un gruppo misto di progettazione a cui è stato affidato l’incarico di mettere nero su bianco quelle che sono per il momento idee sul futuro dell’ex stabilimento industriale di cui è stato riconosciuto un valore storico e, soprattutto, di memoria di particolare importanza. L’intento, però, non è quello di trasformare quell’edificio in un ennesimo museo, anche perché di musei della seta se ne trovano di ben più imponenti in altri luoghi. Il Comune di Rovereto sta pensando a qualcosa di diverso, in collaborazione con i Comuni di Villa Lagarina (e i suoi cimeli di Spiazzo) e Ala, con la sua lunga tradizione e i continui eventi che propone proprio sul tema della seta.

«Abbiamo valutato - spiega l’assessore alla cultura Maurizio Tomazzoni - che questa poteva essere l’occasione buona per fare qualcosa di più e di diverso rispetto a una vetrina di manufatti più o meno antichi. Abbiamo valuto unire la tradizione della seta di queste terre con l’aspetto industriale che ci è proprio. Vedremo come declinarlo al meglio, ma l’idea di creare una sorta di start up che riavvii il ciclo della produzione e lavorazione della seta potrebbe essere possibile proprio all’ex filanda Bettini. Magari aggiungendoci un altro pizzico della nostra tradizione artistica, pensando per esempio alla colorazione della seta, puntando su un prodotto di alta qualità».

Un aspetto che in effetti potrebbe avere anche un mercato, visto che ormai le sete che arrivano dall’oriente non sono di eccelsa qualità e quindi una nicchia di mercato di alto livello si potrebbe anche trovare. Certo, non stiamo parlando di coltura intensiva del gelso o di disseminare le antiche rogge roveretane di filatoi, ma piuttosto di riattivare un filone che comunque ha avuto una tradizione di buon livello. A ricordarlo anche i gelsi appena piantati nei pressi dell’ex museo civico.

Il primo passo sarà però quello di un recupero strutturale dell’edificio di Lizzanella, comprato dal Comune e in attesa di un intervento di salvataggio non proprio semplicissimo viste le condizioni in cui versa oggi lo stabile. Un primo passo concreto è arrivato con la nomina del gruppo misto di progettazione che può contare sulla professionalità dell’architetto Giuseppe Gorfer di Trento, dell’ingegner Lorenzo Parisi di Nogaredo e dei tecnici comunali Roberto Rigotti, Massimo Franchini e Luigi Panato, tutti e tre funzionari geometri.













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