Eremo di San Colombano,  è boom: visite raddoppiate 

Entusiasta il presidente Bruni: la struttura scavata nella roccia, costruita nel 735 attira sempre più visitatori. Solo a luglio quasi 1.200 persone hanno voluto salirvi


di Filippo Schwachtje


ROVERETO . «Nell'estate 2017 abbiamo più che raddoppiato le presenze rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente» così risponde Franco Bruni, presidente dell'associazione “Amici di San Colombano” riguardo alla “rinascita” del famoso eremo, incavato nella roccia della valle del Leno, proprio prima dell'omonima diga.

L'eremo, edificato secondo alcuni studiosi intorno all’anno 753 dopo Cristo, è da sempre una delle attrazioni turistiche principali di Rovereto, insieme alla Campana dei Caduti e, più di recente, al Mart. Tuttavia la posizione “defilata” rispetto alle altre attrazioni della città ne ha determinato un calo d'interesse negli anni. Trend che però sembra essersi invertito nelle ultime due estati.

«L'anno scorso abbiamo avuto circa 4000 presenze rispetto alle circa 1500 del 2016 – continua Bruni - non si può che essere entusiasti di certi numeri».

In questo momento la “guardiana” dell'eremo è Liliana Bisoffi, che ha iniziato ancora l'estate scorsa all'interno del “Progettone” a sostegno degli esodati, e che si dice “molto soddisfatta” del lavoro svolto all'eremo.

«L'anno scorso è andata veramente alla grande – spiega Bisoffi – pensate che alcuni degli ospiti arrivati l'estate 2017 sono tornati quest'anno, portando con loro ingenti gruppi d'amici: “Questo posto è imperdibile” dicono, e io sono felice di raccontare la sua storia alla gente».

Liliana Bisoffi fa parte della cooperativa Sira, lavora dal giovedì alla domenica per otto ore al giorno. “Ma ogni tanto - spiega - vorrei rimanere anche di più, c'è talmente tanta pace qui”. La domenica, poi, i volontari dell'associazione “Amici di San Colombano” salgono all'eremo per dare una mano, perché come spiega Bisoffi «di domenica, in media, arrivano dalle 150 alle 200 persone, non si può stare fermi un secondo. Ogni tanto poi in estate, visto che la Chiesa all'interno è aperta dalla seconda domenica dopo Pasqua fino all'ultima di settembre, abbiamo anche degli anniversari di matrimonio».

All'interno, ed all'esterno, sulla terrazza che si affaccia sul Leno, le condizioni dell'eremo sono eccezionali: nei suoi mesi di lavoro Liliana Bisoffi è riuscita ad abbellire l'area, sistemando alcune piante all'interno e ricavando addirittura un piccolo giardino di fiori in un incavo della roccia. «Io qui sto bene, è l'unica cosa che mi viene da dire – continua la guardiana Bisoffi – e la stessa sensazione si vede nelle facce dei visitatori, alcuni sembrano rinascere dopo essere passati di qua, si fermano anche per un'ora ad osservare il panorama». E i numeri sembrano confermare il ritrovato fascino dell'eremo: nel periodo che va dal 14 al 30 di giugno di quest'anno gli ingressi registrati sono stati 664, una media di oltre 44 visitatori al giorno. Dal primo di luglio fino al 27 dello stesso mese sono salite all’eremo ben 1163 persone, alcuni provenienti addirittura dall'Australia, dagli Stati Uniti, dall'Argentina, oltre i “classici” turisti della Mitteleuropa.

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