L’INCONTRO AL LICEO FILZI  

Da don Ciotti una lezione di libertà e cultura 

Il sacerdote impegnato a combattere le mafie in città per il “Progetto legalità” della scuola


di Alberto Tomasi


ROVERETO. Come si combatte la mafia con le armi della legalità e dell’impegno civile. Don Luigi Ciotti, il sacerdote famoso aver dichiarato guerra alla criminalità organizzata, e che per questo da anni vive sotto scotta, ha incontrato ieri alcune classi del liceo Filzi nell’aula magna dell’istituto in via Tommaseo. Una visita che la dirigente dell’istituto Marta Ober ha salutato come «un grande regalo» che i ragazzi hanno dimostrato di saper apprezzare accorrendo numerosi, nonostante la scuola sia chiusa di sabato. «Parto dalle vostre domande e dai vostri dubbi, perché i dubbi sono sempre più sani delle certezze», sono state le prime parole rivolte dal sacerdote agli studenti, nel suo modo schietto e diretto, ricordando di essere lì non come un “io” singolo, ma come un “noi”, come rappresentante delle molte persone che ogni giorno assieme a lui lottano per combattere l’ingiustizia e la criminalità. Un approccio spontaneo, che ha subito messo a loro agio i gli studenti, i quali hanno rivolto al sacerdote domande sulla sua storia, sulla mafia e sui modi di combatterla. Ma, prima di rispondere, il pensiero di don Ciotti è corso a Chiara Benedetti, “Chiaretta”, la ragazza di Mori che aveva frequentato lo stesso istituto, impegnata in Libera nonostante fosse costretta sulla sedia a rotelle da una grave patologia cardiaca, e scomparsa prematuramente nel 2012. «Chiaretta una farfalla anche con le stampelle, come l’ha definita qualcuno, è stata una ragazza di grande generosità e sensibilità che ho conosciuto a Torino quando è nata Libera - ha ricordato - eravamo alla Certosa, un luogo di sosta e di pensiero, ricordo che amava la canzone dei Nomadi “crescerai”, come auguro a voi di crescere e di raggiungere le vostre mete nella vita». Gli studenti del Filzi hanno ascoltato con grande attenzione e partecipazione le parole appassionate di don Ciotti, - «sono laureato in scienze confuse» ha ammesso - che dinanzi a sé ha trovato un pubblico attento e preparato nei temi della legalità e del sociale già affrontati nelle lezioni: anche l’incontro di ieri rientrava infatti in “Progetto Legalità”, organizzato dalla scuola in collaborazione con Libera, e che per alcune quarte prevede un viaggio di istruzione in Sicilia e in Campania. Il sacerdote ha poi sottolineato l’importanza di saper leggere i segni che dà la vita: da un incontro a Torino con un “barbone” è nato lo spunto per la fondazione nel 1965 del Gruppo Abele, a difesa degli ultimi, mentre dalla conoscenza di Giovanni Falcone a Gorizia, poco prima che venisse assassinato, è nato l’impulso di fondare Libera. Gli strumenti più efficaci per combattere la mafia? La libertà e la cultura: «è la cultura che dà la sveglia alle coscienze» sono state le parole di don Ciotti.

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