Basta molestie alle donne un numero per i soccorsi 

Il negozio di strumenti musicali Iiriti al Rovercenter ha aderito al progetto: chi teme per la propria sicurezza può chiamare «C’è Luisa?» e verrà assistita



ROVERETO . Basterà una frase in codice, "C'è Luisa", per chiedere aiuto. Il negozio di strumenti musicali Iiriti al Rovercenter è il primo ad aderire al progetto, che punta a garantire la sicurezza alle donne dalle molestie degli uomini. Il sistema è molto semplice: se una donna si sente in pericolo, o è effettivamente oggetto di molestie, o è in fuga, o ha subito una qualche forma di molestia, basta che si presenti nel negozio e chieda di Luisa. Gli esercenti, oltre eventualmente a prestare i primi soccorsi se necessario, saranno pronti a chiamare qualcuno - polizia locale, sanitari o altro. In Trentino il primo luogo "sicuro" è il negozio di musica di Lizzana, seguito a ruota in questi giorni da un locale di Riva del Garda, il La Paz. Il progetto sta venendo promosso in Italia da un'associazione di Verona, Krav Maga, realtà che si occupa anche di sicurezza femminile; viene da un'iniziativa partita in Svizzera, e recentemente esportata anche in Inghilterra e Galles. «Usare una parola in codice sembra qualcosa di banale, uno potrebbe chiedersi a cosa serve, una donna potrebbe anche spiegare subito cosa le sta succedendo. In realtà non è così - spiega Giacomo Vianello, tra i responsabili del progetto - in situazioni simili, dove si è vittime, è difficile anche articolare una frase, spesso si è colpite dal fenomeno del "freezing", si è sotto shock. Un'espressione neutra e concisa aiuta a superare questi ostacoli». Nel protocollo che devono osservare gli aderenti c'è anche il consiglio di non fare domande, e di indicare a chi chiede aiuto il numero di telefono da chiamare. Il negozio o il locale che aderisce deve poi apporre un adesivo in vetrina, e all'interno appendere un cartello con i numeri di telefono e le indicazioni di comportamento. Al Rovercenter nè tantomeno da Iiriti non si sono mai verificati episodi di maltrattamento di donne, per fortuna. «Ho deciso subito di aderire per dare una comunicazione positiva - spiega Alessandro Emiliani, titolare del negozio - voglio dare un'immagine di sicurezza, far sapere che qui al Rovercenter una donna può sentirsi sicura. Spero che C'è Luisa possa diventare una cosa virale». Ovviamente anche gli altri negozi del centro commerciale e di altre zone possono aderire. L'associazione Krav Maga sta cercando di contattare le amministrazioni pubbliche trentine, così come negozi e locali delle città. «C'è Luisa serve anche come deterrente, a disincentivare i "male intenzionati", questo anche nei locali (dove il protocollo è diverso e un po' più complesso). In Svizzera, dove è attivo da qualche tempo, è stato osservato un calo di episodi di molestie», continua Vianello. Il progetto è seguito anche da Luca Procolo e per il Trentino da Stefano Emanuelli. «Ci stiamo rivolgendo anche alle scuole - dice quest'ultimo - e ci piacerebbe che i negozi di moda, intimo e abbigliamento femminile aderiscano, per rendere il protocollo ancora più conosciuto». Altre informazioni si trovano sul sito www.celuisa.it, o contattare il 347 3108410. (m.s.)

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