Ricerca

Rotta verso Venere: l'Esa approva la missione EnVision, parteciperà anche l’Università di Trento

Luce verde dall'Agenzia Spaziale Europea alla missione En Vision destinata a studiare Venere e il cui lancio è previsto nel 2031, e a Lisa, che per la prima volta studierà le onde gravitazionali dallo spazio e il cui lancio è in programma nel 2035



ROMA. Luce verde dall'Agenzia Spaziale Europea alla missione En Vision destinata a studiare Venere e il cui lancio è previsto nel 2031, e a Lisa, che per la prima volta studierà le onde gravitazionali dallo spazio e il cui lancio è in programma nel 2035. Alle due missioni, approvate dal Comitato dell'Esa per i programmi scientifici, l'Italia partecipa in modo importante con l'Agenzia Spaziale Italiana, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l'Università di Trento. 

La prossima missione dell'Esa su Venere è stata ufficialmente "adottata" oggi dal Comitato del programma scientifico dell'Agenzia spaziale europea (Esa). EnVision studierà Venere dal suo nucleo interno all'atmosfera esterna, fornendo nuove importanti conoscenze sulla storia, l'attività geologica e il clima del pianeta.
L'adozione significa che la fase di studio è completa e che l'Esa si impegna a realizzare la missione. Dopo la selezione del partner industriale europeo, inizieranno presto i lavori per finalizzare il progetto e costruire il veicolo spaziale e gli strumenti scientifici che saranno a bordo. Il lancio di EnVision è previsto su un razzo Ariane 6 nel 2031.
«Da quando la missione è stata definitivamente selezionata nel 2021, siamo passati da obiettivi scientifici di massima a un piano di missione concreto», afferma il responsabile dello studio EnVision dell'ESA Thomas Voirin

Il ruolo dell’Italia e dell’Università di Trento
L’Italia oltre aver partecipato all’ideazione di Envision e al team scientifico che ha studiato la missione ha la responsabilità di uno degli strumenti principali, il radar sounder per l’analisi sottosuperficiale. «Il completamento della fase di studio e l'approvazione dell'avvio della fase di implementazione di EnVision sono motivo di particolare soddisfazione per tutti noi. Un risultato che corona una decina di anni di lavoro intenso trascorsi dalla prima idea della missione che hanno confermato l'enorme interesse scientifico di EnVision. Con questa missione cercheremo di capire i motivi che hanno portato il nostro pianeta gemello Venere ad avere un'evoluzione così diversa da quella terrestre, diventando un ambiente ostile con pressioni e temperature elevatissime e un’atmosfera ricca di gas tossici» commenta Lorenzo Bruzzone membro del team scientifico di EnVision e principal investigator del subsurface radar sounder.
«Oltre ad aver avuto un ruolo da protagonista nell'ideazione della missione e nelle sue fasi di studio generale, l'Università di Trento ha la responsabilità del Subsurface Radar Sounder (SRS), uno strumento radar che per la prima volta in assoluto penetrerà la crosta venusiana per andare a svelare i misteri che si nascondono nelle prime centinaia di metri al di sotto della superficie. SRS avrà un ruolo fondamentale per comprendere i processi legati all'evoluzione del pianeta fornendo misure precise per comprendere la geologia venusiana, con analisi dettagliate sulla tettonica, la stratigrafia, i crateri sepolti e i principali elementi connessi all'attività vulcanica, come colate e tubi di lava. In più lo strumento verrà utilizzato per rivelare la presenza di fulmini nell'atmosfera venusiana: eventi che potrebbero essere correlati alla presenza di attività eruttive in corso».Alle attività scientifiche del radar sounder partecipa anche la Fondazione Bruno Kessler.

Una forte eredità e una proficua collaborazione
EnVision si unirà alla flotta scientifica di esploratori del Sistema Solare dell'Esa. Queste missioni affrontano due temi scientifici di primo livello del programma Cosmic Vision 2015-2025 dell'Esa: quali sono le condizioni per la formazione dei pianeti e la comparsa della vita? e come funziona il Sistema solare?
Sarà la seconda missione europea su Venere. Venus Express dell'Esa (2005-2014) si è concentrata sull'atmosfera del pianeta, ma ha anche fatto scoperte sensazionali che hanno indicato possibili punti caldi vulcanici sulla superficie del pianeta. Lo studio dell'atmosfera è continuato con la missione Akatsuki della Jaxa, che sta ancora monitorando attivamente i movimenti atmosferici e il tempo venusiano.
Andando più indietro nel tempo, le missioni Venus Mariner e Pioneer della Nasa (anni '60 e '70), le missioni Venera e Vega dell'Unione Sovietica (anni '60-'80) e la missione di mappatura radar Magellan della Nasa (1990-1994) dipinsero l'immagine di un mondo arido, con paesaggi modellati da vulcani e intensa attività geologica. Hanno scoperto vaste pianure segnate da colate laviche, delimitate da altipiani e montagne.
Questa volta EnVision non sarà sola nel suo viaggio verso Venere. In attesa di una prossima collaborazione, la Nasa ha selezionato anche due nuove missioni su Venere nell'ambito del suo Programma Discovery, il cui lancio è previsto per il 2028-2030: DaVinci (Deep Atmosphere Venus Investigation of Noble gases, Chemistry, and Imaging) e Veritas (Venus Emissivity, Radio Science, InSar, Topography, and Spectroscopy). Insieme, EnVision, Davinci e Veritas forniranno lo studio più completo mai realizzato su Venere.













Scuola & Ricerca

In primo piano