«Tunnel della morte, serve più sicurezza» 

Un vertice per individuare delle soluzioni: la Provincia pensa ai “tutor”. Giovedì (se arriva il nullaosta) il funerale di Ventura


di Leonardo Omezzolli


RIVA . Si terranno con ogni probabilità giovedì pomeriggio, alle 16, nella chiesa di Rione Degasperi a Riva i funerali di Kevin Ventura, il giovane ventenne rivano, residente all’Albola, morto in seguito a un grave incidente stradale avvenuto nella notte tra sabato e domenica fra le gallerie Dom e Agnese che collegano la Busa con la Valle di Ledro. Ancora non vi è l’ufficializzazione della data e dell’orario delle esequie ma questa è l’intenzione comunicata dai familiari all’impresa di pompe funebri che sarà confermata solo con il rilascio del nullaosta da parte della Procura, previsto per la giornata di oggi.

Nel frattempo, i carabinieri hanno potuto confermare la dinamica degli eventi rilevando che a innescare la fatale carambola è stata proprio l’Alfa 147 del giovane Ventura divenuta improvvisamente incontrollabile. La vettura ha prima perso aderenza, urtando contro il cordolo interno le mura del tunnel, poi è finita sulla corsia opposta colpendo una prima macchina, quindi ha impattato frontalmente contro la seconda e infine si è arrestata contro una terza iniziando in pochissimi istanti a prendere fuoco. Ricostruita la dinamica non vi è stato bisogno di procedere con l’autopsia e conseguentemente si è deciso di non aprire alcun fascicolo sull’accaduto.

Migliorano le condizioni dei feriti. I due giovani che erano a bordo dell’Alfa, Amarildo Terbumi e Maino Pietro, e i coniugi Giovanni D’Agostino ed Eugenia Capelli sono usciti praticamente illesi dall’incidente mentre l’altro giovane a bordo dell’auto assieme a Ventura, Davide Tomaselli, portato in elicottero al Santa Chiara, reagisce bene alle cure ed è iniziata la fase di guarigione. Più serie, invece, le condizioni del ledrense Alessandro Moltini, volto noto del gruppo musicale locale Pausa Merlot, pure lui portato in elicottero al Santa Chiara. Le sue condizioni sono stazionarie. Nessuno fortunatamente è in pericolo di vita.

Le drammatiche immagini diffuse dai soccorritori hanno messo in luce le criticità di quella galleria già ribatezzata “tunnel della morte”. Carenze che il primo cittadino di Riva Adalberto Mosaner aveva sottolineato già nelle ore successive l’accaduto e che avevano portato alla mente il grave incidente del 2013. In quell’occasione morirono tre persone e anche in quel caso vi furono delle difficoltà nel garantire un’adeguata sicurezza ai soccorritori per l’eccessivo accumulo di fumo. Da allora qualcosa è stato fatto e piccole modifiche sono state approntate ai tunnel Agnese e Dom. Di fatto, però, non tutto è stato risolto e i 30 e più anni della galleria pesano come un macigno ogni qual volta si verifichino incidenti di tale portata. «Quello che manca ancora - spiega il comandante dei vigili del fuoco di Riva Graziano Boroni - è una corretta ventilazione della canna. Questo permetterebbe una maggiore sicurezza nelle operazioni di soccorso».

Nelle prossime settimane dovrebbe tenersi un vertice fra Provincia, Comune, Comunità di Valle, forze dell’ordine e vigili del fuoco per provare a individuare alcuni interventi per aumentare la sicurezza attiva e passiva. Tra le possibilità che verranno prese in considerazione, come annunciato ieri ai media dall’assessore provinciale Mauro Gilmozzi, anche l’installazione di “tutor” per il controllo della velocità a distanza, multando chi supera i limiti. «Di certo serve un nuovo impianto di ventilazione calibrato per le moderne esigenze - chiosa Baroni - oppure che qualcuno competente certifichi quello che si debba fare in casi simili».













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