«Non mi dimetto e comunque non esco dalla maggioranza» 

L’assessora Bollettin getta acqua sul fuoco: «Un polverone per nulla, chiedo scusa. Il Patt mi aveva aperto le porte»


di Matteo Cassol


RIVA. «Mi pare una cosa che stia andando oltre misura. Non ho intenzione di dimettermi e in ogni caso rimarrò in maggioranza»: lo dice l’assessore Renza Bollettin, la cui testa politica è stata chiesta dal Patt (i cui vertici, rivela, qualche anno fa le avevano proposto un cambio di casacca) dopo quanto proferito contro Lega e stelle alpine («ci stanno trascinando in un Medioevo») dall’esponente verde al congresso nazionale del partito. Per Bollettin «si è sollevato un gran polverone per nulla. In sede nazionale occorreva spiegare cos’è il Patt, perché nessuno lo conosce. Un partito che ha una valenza territoriale, con significati locali importanti per un elettorato che rispettiamo. Ora la cosa dovrebbe chiudersi, stiamo sfiorando l’accanimento. Chiedo scusa se qualcuno si è sentito offeso, non c’era assolutamente la volontà né l’intenzione. Era una considerazione di carattere generale impostata soprattutto sulla Lega che nulla aveva a che vedere con la situazione locale, ma è preoccupante che non si possa esercitare l’articolo 21 della Costituzione, quello della libertà di espressione. Se non l’abbiamo più credo che tra un po’ dovrò cambiare Paese». Secondo Bollettin, le sue parole sono state interpretate male: «Mi sono concessa un pensierino dopo 40 anni di militanza moderata. Non c’è alcun problema con gli esponenti del Patt: con il vicesindaco Caproni anche all’ultimo Consiglio ci siamo scambiati caramelle e caricabatterie, con Pedergnana abbiamo seguito progetti culturali assieme. Non c’è nulla di personale e anche l’aspetto politico può essere ridotto a un piccolissimo incidente di percorso, una parola uscita in un contesto particolare in cui si arringa la folla. Anche con Rossi e Panizza il rapporto è sempre stato buono. Quattro o cinque anni fa mi chiesero di entrare nel Patt. Sono andata da Rossi, facendogli presente che non avevamo idee simili e che non intendevo lasciare i Verdi, che come Riva Bene Comune di cui faccio parte hanno aspirazioni e ideali in cui credo ancora. Il nostro movimento ha ricevuto vari attacchi, ma li abbiamo considerati opinioni che ognuno ha diritto di esprimere». L’assessore si rimette a Mosaner: «Secondo me dovrebbe dire che l’alleanza non è in discussione e che cerchiamo di finire la consiliatura al meglio, poi si vedrà. Il sindaco ha confermato che al momento resto in carica come assessore alla cultura e che dunque devo presenziare agli eventi e portare il suo saluto. Se le deleghe mi fossero tolte, rimarrei consigliera e non andrei certo in minoranza. Mi dimetterei solo se me lo chiedessero dal mio gruppo, ma secondo me non avrebbe senso, considerando che ci sono ancora solo pochi mesi. È una prova muscolare, tutto il Patt si è unito su questa sciocchezza. Dobbiamo parlare di cose importanti, non di quanto detto a centinaia di chilometri di distanza in chiave non certo rivana da un piccolo assessore. Anche perché la coalizione a livello provinciale (consegnando il Trentino alla Lega) l’ha rotta il Pat, non certo io».

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