Madonnina, tuffi ad alto rischio è allarme per i troppi spericolati 

Il caso. Ennesimo salvataggio dei bagnini del servizio “Spiagge Sicure”. Un 62enne si è procurato una frattura e traumi vari lanciandosi dal guard rail. Forte preoccupazione per i più arditi che scalano l’edicola con il prezioso dipinto e “volano” dal tetto


Nicola Filippi


Riva. Mentre a moregallo, a mandello sul lario, si piange per un altro ragazzo morto dopo un tuffo (proibito) dalle gallerie nel lago di como, i bagnini del servizio “spiagge sicure”, fornito alla comunità di valle alto garda e ledro dalla “gpserviziarco”, hanno tratto in salvo un altro bagnante che si è procurato traumi e la frattura di una clavicola. ancora una volta, dopo un salto nel lago di garda dalla madonnina. due domeniche fa, un 16enne, dopo aver scalato il tetto dell’edicola in pietra dedicata alla madonnina, dopo aver sbagliato le misure del tuffo, è rimasto seriamente ferito sulle rocce sottostanti, riportando fratture multiple e un trauma cranico importante. «è salvo per miracolo», ricordano i soccorritori. due giorni fa l’ennesimo, grave infortunio. l’uomo, un italiano di 62 anni, insieme alla moglie, verso le 18, si è tuffato dalle rocce della madonnina. ma ha sbagliato l’atterraggio in acqua. il tuffatore deve ringraziare la prontezza di intervento dei bagnini di “spiagge sicure”. in pochi minuti sono arrivati con il gommone di soccorso, lo hanno caricato sul mezzo nautico e lo hanno portato sulla spiaggia della “baia azzurra”, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza di “trentino emergenza-118”.

Ogni anno, confermano alla direzione di spiagge sicure, i bagnini salvano dall’annegamento una decina di tuffatori che si feriscono dopo il salto nel lago di garda. purtroppo, c’è un però. la “moda” ha aumentato il grado di pericolosità. se in passato c’era l’abitudine di lasciarsi cadere dal guard rail che costeggia la ciclabile, un salto di 4 metri circa, in acque piuttosto profonde, ora i più “arditi” si arrampicano, a mani e piedi nudi, sull’edicola che ospita il prezioso dipinto di dario wolf. raggiunto il tetto, si lanciano verso il blu del garda. un tuffo di oltre cinque metri. ma se sbagliano il salto, l’impatto con le rocce è assicurato. ora. in quel punto, come in altri del lago, non ci sono segnaletiche o ordinanze di divieto di tuffo, ma il solo fatto di salire sull’edicola (bene pubblico) che accoglie la madonnina potrebbe essere vietato. materia complessa, da avvocati. il comune ha le mani legate, perché quella non è zona di balneazione, le acque sono del demanio, quindi della provincia. quindi, un divieto di pericolosità formale non esiste.

Per limitare gli affollamenti sulla sponda del lago, polizia di stato, guardia costiera e mezzo nautico delle “spiagge sicure” controllano dal lago e, quando riescono, avvisano della pericolosità e allontanano i temerari. ma appena riguadagnano il largo, loro tornano sul “luogo del delitto”. c’è chi suggerisce di aumentare i controlli anche da parte delle forze dell’ordine sulla ciclabile. «credo invece che si possa avviare un certo discorso di sensibilizzazione, con le corrette norme di comportamento sul lago - conclude graziano boroni, comandante dei vigili del fuoco di riva - io sono dell’idea che piuttosto che creare divieti è meglio dare informazioni corrette».













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