Infortuni

Incidente nel cantiere della Loppio-Busa, i sindacati: «Fermare la strage. Più a rischio i lavoratori stranieri»

Fillea Cgil e Feneal Uil: «Sono loro a operare nei cantieri più difficili e nei turni peggiori, bisogna investire». E chiedono ad Ance e Associazione artigiani di istituire il rappresentante territoriale per la sicurezza



TRENTO. Ogni giorno tre lavoratori perdono la vita in Italia per incidenti sul lavoro. Lo ricordano i sindacati Fillea Cgil e Feneal Uil del Trentino nel giorno in cui, a  distanza di poche ore dall’incidente che è costato la vita ad un geometra nel cantiere di realizzazione del tunnel del Brennero, sul versante austriaco, tre operai rumeni impegnati nella realizzazione della galleria Loppio- Busa sono rimasti feriti a causa del cedimento di un cestello della piattaforma idraulica sulla quale stavano lavorando nel turno di lavoro notturno. 

«Quanto avvenuto porta ancora una volta al centro del dibattito politico – a livello locale e nazionale - il tema della prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle morti “bianche”». Matteo Salvetti per Feneal UIL e Giampaolo Mastrogiuseppe per Fillea CGIL, ricordano la proclamazione di 4 ore di sciopero per la giornata di venerdì 11 aprile. 

Alle controparti territoriali Ance e Associazione artigiani, le parti sindacali ricordano ancora una volta la necessità di istituire la figura dell’RLST: il rappresentante territoriale per la sicurezza. «Una richiesta finora rimasta inascoltata. Feneal UIL e Fillea CGIL ritengono che l’introduzione di tale figura, che non sostituisce in ogni caso le necessarie ispezioni degli organismi competenti, potrebbe contribuire in maniera decisiva a diminuire il numero degli infortuni in provincia. Un numero che risulta comunque elevato, rispetto a quanto avviene in altre regioni».

Salvetti e Mastrogiuseppe ricordano infine come, anche in questo caso, le vittime di infortunio sul lavoro siano di origine straniera. I lavoratori di origine straniera – comunitaria ed extracomunitaria – rappresentano assieme quasi il 50% dei lavoratori impiegati nel settore edile in Provincia di Trento, suddivisi in ben 93 nazionalità differenti. «Sono loro a lavorare nei cantieri più difficili e a svolgere le turnistiche peggiori, esponendosi così maggiormente al rischio di infortuni, anche gravi. Senza di loro, per contro, in un periodo storico caratterizzato dalla mancanza di manodopera nel comparto edile, sarebbe difficile immaginare la realizzazione di opere importanti per il terrirorio. Ed è questo il caso della galleria Loppio- Busa nella quale lavorano sempre meno operai italiani. Ed è quello che accadrà anche nel cantiere di realizzazione della Circonvallazione ferroviaria di Trento». «In questo caso, le autorità provinciali potrebbero fare molto per garantire la sicurezza sul lavoro, favorendo progetti per l’integrazione e l’insegnamento della lingua italiana. Ma il governo provinciale ha deciso da tempo di muoversi politicamente in una direzione diametralmente opposta, considerando alla meglio questi operai come “Gastarbeiter” temporanei, sui quali non vale la pena investire».













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