«Affitti cannibalizzati dal turismo» 

Benito Negri, titolare di un’agenzia specializzata: «Non ci sono case per le famiglie, situazione degenerata negli ultimi anni»



RIVA. Seppur partendo da punto diversi, sono arrivati alla stessa conclusione: l’industria turistica sta cannibalizzando il mercato degli affitti. Lo ha detto il presidente di Garda Trentino, Marco Benedetti, che ha parlato di un “problema sociale”, riferendosi alle famiglie che a fatica riescono a trovare un appartamento in locazione nella Busa. Lo ha detto il sindaco di Riva, Adalberto Mosaner, commentando l’imbarazzante incapacità, da parte del quinto comune del Trentino, di dare una risposta abitativa ai profughi: uno solo ha trovato posto ai piedi dell’Anzolim. «I proprietari preferiscono affittare ai turisti», è stata la spiegazione di Mosaner. Una situazione che emerge anche dai numeri dell’Apt: nel 2017 più 4,5% di presenze, un aumento enorme legato quasi esclusivamente all’extralberghiero.

Ma è davvero così? Se lo chiedete a Benito Negri, da undici anni titolare di un’attività che si occupa prevalentemente di locazioni (residenziali e commerciali), lui vi sventola in faccia un pacco di fogli piuttosto spesso: «Queste sono le richieste che abbiamo ricevuto dalle famiglie solamente a gennaio». «Il problema degli affitti “tradizionali” c’è, eccome – spiega Negri – una situazione che negli ultimi due anni si è manifestata in tutta la sua gravità: è difficilissimo trovare immobili da collocare sul mercato, la domanda è nettamente superiore all’offerta, al punto che noi non pubblicizziamo neppure gli alloggi che abbiamo tanto è lunga la lista d’attesa. Oggi, chi ha un appartamento preferisce darlo ai turisti. Dirò di più: ci sono agenzie che prendono immobili in affitto, pagandoli anche il doppio del prezzo del mercato, per poi riproporli (ovviamente d’accordo con i proprietari) ai vacanzieri».

Proprio un anno fa, Negri ha deciso di abbandonare un noto marchio in franchising dedicato esclusivamente agli affitti per passare ad una nuova agenzia: «Il motivo? Volevano puntare tutto sull’affitto turistico, ma io ho preferito dire di no per restare sul mercato tradizionale». La ragione di questa scelta? «Mi sono confrontato con altri colleghi e credo che alla lunga l’affitto tradizionale, per intendersi il classico “4+4”, sia ancora la scelta migliore».

Il motivo del “boom”, è facile intuirlo, è determinato dai guadagni elevati in tempi relativamente brevi: «Un immobile locato rende normalmente il 3%: se è in una buona posizione, affittato ai turisti rende anche più del doppio». Comprensibile che in molti si siano gettati a capofitto nel business…: «È una scelta che paga nel breve. Ma un appartamento affittato ai turisti ha una usura molto maggiore, con quel che comporta in termini di costi di manutenzione, e non di rado crea situazioni di conflittualità, soprattutto se l’immobile si trova in un condominio. Meglio, a mio avviso, guadagnare meno e sul lungo periodo, con persone fidate che si occupano della manutenzione ordinaria. Io questo suggerisco ai miei clienti».

Ma è in generale che Benito Negri ritiene il boom dell’affitto turistico un boomerang: «Innanzitutto sono d’accordo con Benedetti: si sta creando un problema sociale. In secondo luogo ho qualche dubbio che i numeri di cui si parla abbiano un riscontro economico, e mi riferisco soprattutto al commercio: tolto il food&beverage, posso garantire dal mio osservatorio che ci sono moltissime attività in difficoltà. Stiamo trasformando il territorio in un enorme dormitorio. Terzo: c’è un problema di concorrenza. Il più piccolo garnì deve rispettare tutta una serie di norme, che hanno anche dei costi, l’appartamento turistico non ha alcun vincolo: è giusto?». «La legge Gilmozzi e la cedolare secca – conclude l’analisi Benito Negri – sono stati due ottimi strumenti per portare sul mercato degli affitti gli immobili che erano chiusi. Questa “bolla” turistica ha sconvolto il mercato, con risultati a mio parere del tutto discutibili: è una situazione che va governata». (g.f.p.)















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