Prove di lavoro degli studenti del Curie 

Hanno presentato la loro esperienza nei progetti di “alternanza” realizzati in aziende private, enti pubblici e fondazioni


di Roberto Gerola


PERGINE . Con l’alternanza scuola - lavori si avvicina lo studente al mondo lavorativo. La formula trova attuazione un po’ ovunque negli istituti scolastici superiori e il “Marie Curie” ne sta sfornando una serie molto interessante. In particolare, l’altra sera gli studenti della 4ª hanno presentato in aula magna la loro esperienza maturata nel corso di tre settimane (ben 8 ore al giorno) in vari enti e aziende private pubbliche per una valutazione finale. Solo che in questa occasione l’alternanza scuola lavoro era mirata, nel senso che la scuola ha cercato di attuarla tenendo conto, fin dove era possibile, dell’orientamento mostrato dagli studenti. Così sono state contattate realtà sul territorio che fossero le più confacenti possibili ai desideri del ragazzi. L’altra sera ciascun studente (o gruppi di studenti) ha commentato il periodo di “lezioni” davanti agli insegnanti, ai tutor che li hanno seguiti e al consiglio del’istituto. L’iniziativa è stata illustrata dall’insegnante Marina Taffara che insieme alla collega Marina Stenghel si occupa dei progetti di “scuola lavoro” suddividendosi i corsi.

I ragazzi coinvolti sono Luca Casagranda, Arianna Casagrande, Fabiola Chiesa, Francesca Dematté, Stefania Giacomozzi, Michela Girardello, Davide Luchi, Marianna Massari, Beatrice Ruggera, Filippo Zanei e altri studenti assenti per impegni e tra questi anche Irene Pedrotti, campionessa di arti marziali, impegnata a Bologna. Le aziende contattate e che hanno risposto positivamente sono state: l’Azienda provinciale protezione ambiente, Trentino Tv, la Bottega della Musica, la società Judo di Bologna, la Fondazione Mach, il Muse, il Tribunale dei minori, l’Azienda sanitaria, le Ricerche in fisica meccanica della Fondazione Bruno Kessler (con riferimento al settore razzi e moto dei corpi celesti).

Gli studenti dovevano commentare la loro esperienze ma anche esprimere un giudizio critico sui contatti avuto nelle aziende, sui comportamenti, disponibilità, accoglienza eccetera dei tutor o del personale. Ne è risultata una panoramica interessante. Tra l’altro, c’è stato chi non ha nascosto di essere incappato in qualche insuccesso (evidenziato dai tutor) ma «gli stessi - hanno detto - ci hanno insegnato a non commettere ulteriori errori e spronato a una maggior attenzione». Altrettanto interessanti sono stati i successivi interventi da parte di alcuni tutor. Anche loro hanno commentato l’esperienza con i giovani e hanno anche dato qualche consiglio. Hanno avuto considerazioni positive sulle esperienze dei ragazzi e per chi li ha accolti perché «costretti ha spiegare e insegnare si sono fermati andando oltre la routine approfondendo quanto stavano facendo». Hanno poi esortato gli allievi a ricercare la rispettiva inclinazione perché avrebbero poi trovato soddisfazione, al di là della paga. Hanno ricordato loro che ciascuno è chiamato a dare il proprio contributo alla società in cui vivono e lavorano. Ha concluso marina Taffara parlando di “patto sociale” tra scuola e mondo del lavoro auspicando un maggior coinvolgimento di genitori e insegnanti.













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