sabato al teatro comunale 

Parole e musica per ricordare 

Spettacolo della Banda Sociale per la “Giornata della Memoria”



PERGINE . Sabato prossimo alle 18 al Teatro Comunale è in programma il terzo appuntamento della Stagione dei concerti per banda. «In questa occasione – ricorda il presidente Franco Oss Noser – grazie alla Banda Sociale, sarà possibile vedere e sentire una nuova produzione e chiudere gli occhi per ricordare, per rivivere la Giornata della Memoria, celebrata il 27 gennaio di ogni anno».

L’idea di realizzare questo momenti per rivivere e non dimenticare quel periodo drammatico, è venuto da Wolftraud de Concini leggendo i versi di Friedman (1921 – 1944), dal titolo “Come farfalle in un campo”. «L’ultima, proprio l’ultima, di un giallo così intenso, così assolutamente giallo, come una lacrima di sole quando cade sopra una roccia bianca, così gialla, così gialla, l’ultima, volava in alto leggera, aleggiava sicura per baciare il suo ultimo mondo. Fra qualche giorno sarà già la mia settima settimana di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui e qui mi chiamano i fiori di ruta e il bianco candeliere nel castagno nel cortile. Ma qui non ho visto nessuna farfalla. Quella dell’altra volta fu l’ultima: le farfalle non vivono nel ghetto».

Come farfalle in un campo vuole essere un momento musicale che ci riporta a Terezìn, città fortezza a 60 chilometri da Praga nella quale, nel 1941, sono stati deportati studiosi, artisti e imprenditori. A Terezìn vengono eseguiti centinaia di concerti con repertori molto vari: dalle opere sinfoniche alla musica da camera, dagli oratori ai canti religiosi, dalla musica classica alla popolare e allo swing. Quanta vita passò per il campo? Tanta: di uomini, donne e molti bambini ma in una straordinaria condizione di creatività e trasmissione artistica fucina di opere e resilienza. L’arte e la musica furono salvifiche e servirono a mantenere la speranza e dare coraggio. Attraverso i brani suonati dalla Banda Sociale e la narrazione affidata a Ester d’Amato, Annalisa Morsella e Fabio Gaccioli, si dà voce a questa forma di resistenza. La storia e la vita delle persone sono state studiate da Antonella Bragagna che ha cercato di costruire frasi e dialoghi che trasportino gli spettatori indietro nel tempo, per ricordare.

La musica composta e proposta a Terezìn, viene trasportata ai giorni nostri grazie agli arrangiamenti musicali del maestro Claudio Dorigato, che vuole portare indietro nel tempo ogni spettatore, anche con la musica.

L’idea dello spettacolo, i testi creati e la musica arrangiata e adattata per questo momento di forte impronta culturale, sono stati poi uniti, come in una fotografia, dalla regia di Massimo Lazzeri. (f.v.)













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