Parole e foto raccontano i 30 chilometri del Fersina 

Il torrente è il grande protagonista del volume di 464 pagine e più di 700 disegni e immagini tra storia, geografia, acqua e poesia curato da Lino Beber


di Roberto Gerola


PERGINE. Si chiama “La Fersina” è lunga circa 30 chilometri ed è fatta di “gocce mochene”, come dice una delle poesie (una per ogni km e ciascuna ha anche un disegno) contenute nel libro che parla della “Antica signora della valle”. E’ il torrente che nasce dal Lago di Erdemolo (nel Logorai) corre attraverso la valle dei Mocheni (o del Fersina) raggiunge Pergine (nome che si fa derivare anche dal Fersina), piega a destra per poi infilarsi più avanti nell’orrido, attraversa Trento e si congiunge all’Adige.

Sono 30 chilometri di storia “condensati “ in un libro di 464 pagine e oltre 700 illustrazioni (tra foto, disegni e quant’altro) edito dagli “Amici della Storia” di Pergine e che sarà presentato in tre momenti: a Canale (29 giugno), a Canezza (1 luglio) e a Pergine (4 luglio).

Protagonista sarà quindi la “Antica Signora della Valle” da sempre nel cuore, nella mente, negli occhi e nella vena poetica di Claudio Morelli (di Canezza) al quale si deve l’idea della pubblicazione curata dall’amico e coetaneo Lino Beber. Se Claudio Morelli ha contribuito come poeta (sua la definizione “gocce mochene”), altri hanno collaborato: Mauro Cerato (nella prima parte) scrive di storia e geografia. E quindi i suoi affluenti, le derivazioni attraverso rogge e canali, i ponti per attraversarla, le opere di difesa (viste le alluvioni che avevano coinvolto Pergine e non solo) iniziate al tempo di Bernardo Clesio e proseguite nei secoli per arrivare all’ultimo, con il podestà di Trento. Ma anche successivamente non mancarono interventi per rendere meno devastanti le piene, le alluvioni e per poter utilizzare utilmente le sue acque. Immagini, fotografie e mappe, completano lo scritto di Cerato, già dirigente provinciale al Servizio bacini montani.

La seconda parte prende il considerazione il mondo naturalistico, la flora e la fauna, recuperando una tesi di laurea di Silvia Beber (1970) insieme a un confronto tra toponimi (scritti e parlati) di Palù, Fierozzo e Frassilongo. E poi appunto i testi di Claudio Morelli con le illustrazioni di Guido Paoli, insieme a un racconto (con disegni) di Giorgio Fontanari (emigrato in Belgio) e poi tanto altro, tutto da scoprire.

La Fersina non è fatta solamente di storia e di acqua, ma anche di leggende, racconti, sensazioni, panorami, rumori, eventi. Nel libro, ciascuno potrà soddisfare la propria curiosità e completare il proprio sapere su un corso d’acqua che nel bene e nel male è parte integrante della vita quotidiana del cittadino perginese. E Claudio Morelli (ha trascorso una vita ascoltando il suo rumore, oltre che essere sfuggito in braccio alla mamma in occasione di una delle tante alluvioni), con la sua idea di scrivere un libro, ha reso un servizio determinante al “sapere” sulla Fersina. Del resto, da sempre la Fersina gli ha attraversato le mani e la penna con poesie, racconti e testi teatrali.

Insieme ai disegni di Guido Paoli, il libro ha assunto un particolare e importante aspetto: non solo mera descrizione di quanto è successo e succede attorno al corso d’acqua, ma anche delle tante emozioni per quello che la Fersina trasmette a quanti la sanno guardare dalle rive, la sanno ascoltare, e sono in grado di intravvedere i personaggi che la animano nel mondo fatato delle leggende, ad iniziare dal “Cius” il suo Croz che segna il “confine” della valle.













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