«Lo sviluppo della città è in ritardo di cinque anni» 

Pergine che verrà. Roberta Bergamo del Patt punta il dito verso l’amministrazione Oss Emer: «Il centro perde i pezzi, non c’è una strategia per il turismo e nessun rapporto con la Provincia»


ROBERTO GEROLA


Pergine. Altro intervento sullo sviluppo di Pergine in nome di una nuova visione della città, sia come centro storico che situazione d’insieme. Interviene il Patt con Roberta Bergamo: «Pergine, fra cinque anni non deve essere come è ora. E purtroppo lo è già da cinque anni».

Una situazione che peggiora

«Il mondo accelera e chi non ha la forza di capire i cambiamenti per poterli governare a proprio favore non si rende conto che la situazione non è la stessa di prima ma è senza dubbio peggiorata. E il centro storico ne è la riprova più incisiva», sottolinea Bergamo. «Non vi è alcun dubbio - scrive poi - che il centro di Pergine per i perginesi e per gli ospiti che lo frequentano, può rappresentare simbolicamente quel periodo artistico di fine Ottocento che veniva definito Decadentismo. Il processo sembra lento, ma irrimediabilmente graduale, nemmeno gli operatori economici consorziati con le loro proposte innovative riescono più a dare stimoli efficaci a un gioiello che poco alla volta perde i suoi pezzi, con Palazzo Crivelli e Palazzo ex Cavalletto “ignorati” dalla politica. Il centro storico è il cuore della comunità, la rappresentanza fisica, storica e simbolica di un territorio, formata dai privati cittadini e da tutte quelle categorie imprenditoriali ed economiche che esprimono il tessuto socio economico fondamentale per creare le condizioni di sviluppo di cui la società si alimenta».

Turismo dimenticato

«Preme sottolineare che l'allora debole e carente programma elettorale della maggioranza presentava dei punti chiave sull’aspetto turistico completamente dimenticati: per lago e montagna non si entrava nello specifico, non si ricordano le aspettative politiche rivolte a queste zone strategiche. La maggioranza scriveva “il lago per noi è importantissimo: assieme al castello sono simboli di Pergine. Pensiamo che il lago abbia potenzialità inespresse. Pensiamo di valorizzarli con la vicinanza alle montagne, la cultura materiale, i prodotti tipici soprattutto agroalimentari, i centri storici, attraverso azioni di tutela e recupero; sarà pertanto importante concordare e realizzare un programma condiviso con le altre amministrazioni rivierasche”». Bergamo poi incalza ricordando che «già nel 2015 a proposito della Panarotta dicevano che l'investimento nella montagna di Pergine appariva come “uno spreco di fondi pubblici”. Al punto che scrivevano che "non è più possibile continuare ad iniettarvi dosi non giustificate di denaro pubblico". Evidentemente altri territori, avendo una progettualità condivisa con il governo provinciale hanno saputo ottenere ben altri risultati. La capacità di sfruttare la montagna non solo in inverno poteva essere cruciale assieme a forme di turismo che valorizzino il territorio rendendolo appetibile anche con percorsi naturalistici, culturali e agroalimentari».

Lo sguardo al futuro

«I periodi di crisi che arriveranno, imporranno delle scelte coraggiose. Analizzando il rapporto attuale della maggioranza di governo perginese che mai ha trovato una vera e propria proficua sinergia con i governi provinciali, una strategia basata su progettualità, visione del futuro, argomenti che potevano senza dubbio creare una sintesi sistemica tra forze politiche che mai si sono capite - sottolinea Bergamo -. Questo il peso politico di una giunta, che nel proprio programma si preferisce definire "esperienza civica" vantando "di non avere né padroni né padrini a Trento e nei palazzi del potere". Un atteggiamento che conosciamo molto bene può avere risvolti simili all'isolamento che tutti noi abbiamo vissuto. Manca sostanziante un dialogo costante da terzo Comune del Trentino. Una politica che sa programmare il futuro è ben diversa da una politica come quella attuale che ora governa Pergine, caratterizzata principalmente da tecnici e burocrati capaci che gestiscono però solo le funzioni vitali della macchina amministrativa, che molto spesso funziona autonomamente. Occorre invece raccogliere con il sorriso e la propaganda programmazioni e progetti partiti da precedenti e lungimiranti amministrazioni. La politica è altro: discussione, relazione, sintesi di approcci e idee diverse che tra loro devono trovare una quadra per poter rispettare le sensibilità di tutti e trovare sempre il modo migliore per accrescere i valori sociali, economici, culturali di una comunità». «Per il Patt - conclude Bergamo - questi valori sono imprescindibili e saranno obiettivo delle proposte e delle idee di ampio respiro che vadano nella direzione di poter individuare una progettualità che dia un'identità a lungo termine per evitare che "Pergine non diventi quello che è già", come da programma elettorale delle Civiche, ma piuttosto che diventi tra cinque anni quello che decideremo di fare ora».













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