la valle era dominio dei signori del castello di pergine per conto dei conti del tirolo 

La prima pietra del maso fu deposta settecento anni fa

PALÙ DEL FERSINA. La mostra “Filzerhof 1324” all’Istituto e la visita al Filzerhof hanno accompagnato la ricerca. In estate ci sarà anche una pubblicazione. La storia del maso è lunga quasi 700 anni....



PALÙ DEL FERSINA. La mostra “Filzerhof 1324” all’Istituto e la visita al Filzerhof hanno accompagnato la ricerca. In estate ci sarà anche una pubblicazione. La storia del maso è lunga quasi 700 anni.

Nel 1324, comandavano i Signori del Castello di Pergine in nome dei Conti del Tirolo. Tale Eltele di Senna (Scena di Merano) affidò il “maso” a Hendrigo “figlio del tessitore” perché vi costruisse un edificio (e il luogo si chiamerà “Ad Scaletas”). La proprietà restava al Signore del Castello che voleva un affitto. Il gestore poteva cambiare e nel 1338 il maso era in mano a tale Freidank. Solo nel 1406, si trova il nome del maso: Freidankhoff. Rimarrà fino alla fine del 1700 quando passò a Cristano Laner detto Filzer (lavoratore della lana), la cui famiglia lo terrà fino 1947. Un Cristano Laner erede risulta essere andato all’estero come “Krumer” e tornare “ricco”: tanto da ampliare l’edificio, abbellirlo anche con una stufa a ole “Bormioli” del 1792 e indennizzare i parenti per la loro parte, diventando unico proprietario. Dai documenti risulta che un altro Cristano Laner (discendente) nel 1848 riscattò la proprietà dal regime dei castellani di Pergine (la formula del riscatto venne introdotta a livello di Impero). Nel 1947, passò in proprietà a Caterina Oberosler (vedova dell’ultimo Cristano Laner morto senza figli) che con il fratello Giuseppe proseguì nell’attività. Una nipote di Caterina vendette il Maso Filzer all’Istituto. Nella mostra, una particolarità unica: alla mappa (piatta) di Frassilongo del 1856 è stata sovrapposta quella di Google (tonda) con pazienti adattamenti dei confini. Con la sabbia colorata sono evidenziate le differenze: case, strade, boschi e campi. Un’opera del tipografo Michael Beismann (di Innsbruck) che in Tirolo non ha precedenti. (r.g.)













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