L’abbraccio di Maso Martini ai siriani scampati alla guerra 

L’accoglienza. Una coppia con sei figli tra 1 e 11 anni è giunta a Vigalzano dove ad accoglierla c’era anche Abu Rabih, il loro connazionale arrivato a Trento 3 anni fa con il corridoio umanitario


ROBERTO GEROLA


Pergine. L’avevamo annunciato una settimana fa: Maso Martini avrebbe ospitato per un periodo una famiglia siriana (padre, madre e sei figli compresi tra 11 e 1 anno). La struttura ha accolto i profughi nella serata di giovedì: una trentina di persone al cancello d’ingresso e tra loro alcuni abitanti di Vigalzano, unitamene ad operatori del Centro Astalli, a un gruppo di scout che si era premurato di sistemare le stanze e di preparare la cena e ad alcuni esponenti della Cooperativa Kaleidoscopio con il presidente Michele Odorizzi. Ad accogliere la famiglia siriana anche il sindaco Roberto Oss Emer e AbuRabih, il primo siriano arrivato a Trento con il corridoio umanitario tre anni fa.

Il corridoio umanitario

Per la famiglia siriana c’è stata appunto la formula del corridoio umanitario e lo status di “protezione internazionale” con precise norme da rispettare a tutela proprio dell’incolumità dei soggetti. Era stato l’ex consigliere provinciale Mattia Civico a recarsi in Libano, in un campo profughi del nord per prelevare la famiglia e accompagnarla in aereo a Roma dove erano atterrati giovedì mattina.

«Sono fuggiti dalla guerra - ci ha detto Mattia Civico - e dal regime di Assad, dopo essere stati in un campo profughi per anni dove vivevano in una situazione molto precaria».

L’interessamento per fare arrivare in Trentino la famiglia siriana era stato anche della Comunità di Sant’Egidio e dei volontari di Operazione Colomba. Poi attraverso la Coop Kaleidoscopio che ha in gestione dal 1° gennaio scorso, la struttura di accoglienza di Maso Martini dietro appalto della gestione bandito dal Comune di Pergine, è stato trovato il luogo dove la famiglia potrà soggiornare per un periodo. In questo lasso di tempo, la famiglia siriana potrà ambientarsi , ma anche farsi conoscere per poterle venire in contro sia per quanto riguarda i genitori che i figli per i quali si cercherà anche una soluzione scolastica. La struttura di Maso Martini ha la caratteristica di rappresentare un luogo di soggiorno provvisorio e quindi non si esclude che gli ospiti siriani possano in seguito trovare altre soluzioni magari definitive in Trentino.

Arrivo con festa

Per intanto, appunto la festa di accoglienza con il sindaco Oss Emer ha pronunciare espressioni di soddisfazione per la possibilità data alla famiglia, ma anche di auspicio per il loro futuro. Gli otto “protetti” sono stati anche salutati da un loro conterranei, appunto AbuRabih che come si diceva era arrivato a Trento in analoga condizione e che dopo tre anni si è inserito nella comunità di Trento. Il loro conterraneo ha avuto parole di benvenuto e di augurio. La famiglia si è così potuta intrattenere parlando la propria lingua, raccontando le peripezie e le difficoltà, i pericoli e le miserie del popolo siriano da troppi anni in guerra. Una famiglia, quella siriana, attorno alla quale si sono strette altre famiglie della zona assicurando pieno appoggio.













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