Il “Serraia” è pronto a chiudere i battenti 

Baselga di Piné: lo storico bar, ristorante, pasticceria fronte lago cessa l’attività a fine febbraio. Sarà abbattuto e ricostruito


di Giannamaria Sanna


BASELGA DI PINÉ. C’era una volta il Serraia... Già, sull’altopiano di Piné tra pochissimo, il 28 febbraio, le serrande dello storico bar, ristorante, pasticceria si abbasseranno per rialzarsi solo quando i nuovi proprietari lo avranno reso ancora più bello e, soprattutto, dicono le sorelle gemelle Franca e Rosanna Broseghini, tecnologicamente più efficiente.

E’ difficile per tutti pensare che il punto d’incontro, le luci, il calore, l’ambiente confortevole che la famiglia Broseghini era riuscita a creare fin dall’inizio dello scorso secolo, per alcuni anni saranno ridotti a un cumulo di macerie. Poi, al suo posto sorgerà un nuovo edificio e a piano terra, sempre un’area commerciale, dove, pertanto, dovremmo poter ritrovare il salotto buono di Piné con i profumi e i sapori dei dolci e dei salati di Rosanna, anche se non potranno mai essere gli stessi o il sorriso e l’accoglienza aperta di Franca e di tutte le loro collaboratrici.

Stiamo già sentendone la mancanza. La stessa sensazione che popolazione e turisti avvertono quando il Serraia chiude per ferie o solo per turno di riposo.

Agli inizi del 1900 il Serraia era una locanda dove si fermavano i carrettieri che dalla parte più profonda della valle portavano il legname in Valsugana o a Trento e i pochi turisti che allora frequentavano l’altopiano. Poi piano piano è stata ampliata e nel 1960, con un’ala importante, è diventata l’Albergo Serraia con due piani di stanze dedicate alla clientela ormai affezionata. «La maggior parte dei clienti erano veneziani – racconta Franca -. Ricordo con simpatia i titolari del bar Quadri, di piazza San Marco, molti romani, tanti lombardi. Abbiamo ospitato tante personalità, ma anche tanti atleti che partecipavano agli eventi sportivi del pattinaggio».

Naturalmente, era nella stagione estiva che il Serraia dava il meglio. Era il centro di ogni attività. Molti ricordano i ragazzi del muretto e l’Angelo (il papà di Franca e Rosanna), con il quale giocavano a fare commedia, a tirar tardi, con grandi tornei di carte, musica e caccia al tesoro. Memorabile quest’ultima. Era organizzata dai ragazzi che abitavano sull’altopiano, nelle seconde case, durava tre giorni ed era ricca di premi e di sorprese. In pieno ferragosto il paese era un brulicare di giovani che sbucavano ovunque e, soprattutto, si divertivano, concentrati comunque sulla vittoria. Ma anche gli aperitivi che molti ideavano e aggiungevano, a penna, sul menu del bar, reinserendoli anno, dopo anno.

Il Serraia poi ha seguito le modifiche del tempo. Le stanze non erano più all’altezza della nuova clientela e nel 2005 quando con i patti territoriali è stato ristrutturato il bar, rendendolo più ampio, luminoso e al quale è stato aggiunto l’angolo dei bon-bon, l’albergo ha chiuso i battenti.

L’anima e l’attenta custode di tutto quello che succedeva, però non bisogna dimenticarlo è sempre stata la signora Lina. Discreta, sorridente, disponibile era presente la prima in cucina, poi, con il passare degli anni, sempre con una parola buona sulle labbra e nel cuore, confidente e amica di tante signore che passavano nel “salotto buono” gran parte della giornata. Proprio in quegli anni aveva pensato, assieme alle figlie, di trovare un illuminato imprenditore che potesse ristrutturare completamente il complesso. La crisi economica le ha impedito di vedere realizzato il suo sogno. Ora che i tempi positivi sono in netta ripresa, il vecchio progetto, portato avanti con molta determinazione dall’architetto Panni, si sta realizzando. E come ha scritto Guido, marito di Rosanna e amico di tutti quelli che sanno trovare il lato piacevole della vita: «Il Serraia chiude, viva il Serraia!».













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