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Orsa uccisa, il presidente del Parco Adamello Brenta: No a nuovi conflitti e a grandi predatori “instagrammabili”

Walter Ferrazza: “La risposta deve essere pacata e scientifica. Basta estremismi in un senso e nell’altro”



TRENTO. "Fatemi dire una banalità che forse oggi è stata dimenticata: gli animali selvatici sono animali selvatici. Ciò sicuramente vale a maggior ragione per i grandi predatori, che non sono e non devono essere 'instagrammabili'. Sono animali che dovrebbero rimanere nei loro habitat, lontano dall'uomo e dalle sue attività. Incoraggiare la prossimità e volerli umanizzare è una forzatura che porta alle peggiori conseguenze".

Così, in una nota, il presidente del Parco naturale Adamello Brenta, Walter Ferrazza, ha commentato la notizia della morte dell'orsa Amarena (F17), "un animale - sostiene Ferrazza -, suo malgrado, diventato una fonte di attrazione debitamente documentata sui social network: una situazione che di per sé ha qualcosa che non va, qualcosa di sbagliato".

"Quello che siamo obbligati a fare, come territorio che, assieme a quello abruzzese, vede al suo interno una colonia ursina, è quindi di invitare, ancora una volta, tutte le persone che hanno davvero a cuore la questione ambientale, a non creare nuovi conflitti. La risposta, di fronte ad episodi come questo, dev'essere sempre ragionata, razionale, pacata e fondata sulla conoscenza scientifica. Non è possibile davvero più tollerare alcun estremismo contro l'uomo e l'orso. Affidiamoci a scienza e conoscenza", aggiunge Ferrazza.













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