Tra un mese si decide per padre Chini beato 

L’assemblea. Ai lavori dell’associazione l’annuncio del vicepostulatore, il domenicano Domenico Calarco. Ma poi servirà ancora il pronunciamento della Commissione cardinalizia


Giacomo Eccher


SEGNO. Tra meno di un mese, il 4 aprile, il passaggio forse decisivo sul lunghissimo iter della beatificazione di Padre Eusebio Francesco Chini, il grande missionario e gesuita trentino morto a Sonora, Messico, nel 1711. Quel giorno a Roma è in calendario il processo teologico davanti alla Commissione teologica per la causa dei Santi. Ma non sarà l’ultimo scoglio, perché ce ne sarà ancora un altro, quello sì decisivo: la Commissione di cardinali e arcivescovi, che si riunisce a Roma 3 o 4 volte all’anno, che deve dare l’imprimatur finale per consegnare tutto il carteggio alla firma finale del Santo Padre. Lo ha spiegato domenica nel corso dell’assemblea dell’associazione “Padre Eusebio Chini” il vice postulatore della causa di beatificazione, il domenicano padre Domenico Calarco che da una vita si occupa delle vicende del missionario di Segno con ricerche e pubblicazioni.

Le cifre

«L’associazione attualmente conta 49 soci onorari e 300 ordinari di cui 158 uomini, 139 donne e tre enti di varie parti del mondo tra Europa, Asia, Nord e Sud America», ha spiegato l’attuale presidente Alberto Chini, dando conto delle molte iniziative messe in campo nel 2018 e del relativo bilancio consuntivo. Tra le attività c’è il museo chiniano, un “gioiellino” di memorie e di agiografia su padre Kino, che nel 2019 ha contabilizzato 1.862 visitatori “documentati” nell’apposito libro. «In realtà sono molti di più perché non si fermano a compilare il registro, e questo ci da il polso della crescente popolarità anche in Trentino del “nostro” missionario», ha aggiunto Chini. Ai lavori, nella sala del museo affollata di soci, hanno portato il loro saluto l’arcivescovo emerito di Trento monsignor Luigi Bressan, che al mattino con padre Calarco aveva celebrato nella chiesa parrocchiale la messa di suffragio per i soci defunti dell’associazione. Tornando ai numeri, il bilancio 2018 nella parte corrente si è chiuso in pareggio sulla cifra di 8.417,18, somma apparentemente irrisorio vista la grande mole dell’attività svolta grazie ai volontari che non pesano per nemmeno un centesimo sui costi dell’associazione, che recentemente ha concluso la ristrutturazione con ampliamento del museo con una spesa (interamente pagata) di 475.403 euro. L’associazione conta anche su un fondo “beatificazione” che attualmente ammonta a 56.288,92 euro, costruito in questi anni con donazioni di privati.

Le attività

Quanto alle cose fatte nel 2018, da citare i due filmati, rispettivamente di Elena Beltrami e di Mario Vittorio Quattrina, dedicati all’attualità di Padre Kino di qua e di là dall’Atlantico, i passi in avanti del gemellaggio tra il Comune di Predaia e la città di Magdalena de Kino, in Messico, dove il missionario è sepolto in un mausoleo frequentissimo dai devoti. «Una devozione che dura ininterrottamente da 300 anni, ed è questo – ha spiegato il vicepostulatore padre Calarco – il vero miracolo che dovrebbe portare padre Eusebio Chini alla gloria degli altari anche senza lo specifico riconoscimento di un miracolo singolo». Tra i partecipanti all’assemblea di domenica da citare gli scrittori Mauro Neri e Renzo Francescotti autori di pubblicazioni di padre Chini, lo scultore Livio Conta autore della grande statua bronzea di Chini lungo la SS 43 della val di Non all’ingresso di Segno. In sala anche varie autorità tra cui il vicesindaco e l’assessore alla cultura di Predaia, Lorenzo Rizzardi ed Elisa Chini, l’assessore della Comunità di valle Fabrizio Borzaga, il consigliere provinciale Lorenzo Ossanna e la vice presidente della Cassa Rurale Valle di Non, Manuela Prantil.

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