Rotatoria Fondo, progetto nel cassetto da dieci anni 

All’ingresso del paese invece ci sono ancora un terrapieno e un ponte degradato  Il che comporta, ricorda Giuliano Pezzini, pericoli e difficoltà per chi transita


di Giacomo Eccher


FONDO. Compie 10 anni il progetto commissionato dal Servizio Strade della Provincia di Trento all’ingegner Roberto Battocletti per la rotatoria di Fondo, e da allora l’elaborato è nei cassetti dei Comuni di Malosco e di Fondo e della Provincia stessa.

«Arrivando da Trento sulla Statale delle Palade a nessuno viene in mente che il terrapieno con 4 alberi storti e con un ponte sovrastante degradato sia l’ingresso del centro commerciale-artigianale e di servizi quale è il paese di Fondo». A dirlo è Giuliano Pezzini, commerciante (di camper) che ha l’azienda poco a monte della mancata rotatoria e che è testimone dei tanti disagi, quotidiani, che questo snodo provoca tra chi transita e tra chi vive nella borgata. «Balletti e numeri da circo cui si assiste quando a questo bivio si incontrano autocarri e pullman. Nel 2008 una ragazza di Fondo aveva rischiato di finire fra le ruote di un Tir che l’aveva stretta contro il muro mentre percorreva questo tratto di statale in bicicletta. Se l’era cavata con una caduta e qualche abrasione, ma fu l’ennesima conferma della pericolosità del tratto stradale che negli anni ha visto decine di incidenti. Tuttora Tir e auto sfrecciano a velocità sostenute in questo tratto sebbene si tratti di centro abitato» - racconta Pezzini.

Personaggio abituato a fare più che a (solo) lamentarsi, Pezzini a suo tempo aveva approntato un rendering riproducendo la situazione proposta nel progetto di Battocletti: togliere il ponte e il terrapieno offrirebbe una visuale bellissima del paese. La chiesa e il Doss Sedrena, il quartiere “Giò al aca” con il monte Luco sullo sfondo, insomma una cartolina da fotografare, un’occasione per fermarsi e visitare un paese che sa presentare la sua essenza, l’impegno e l’ospitalità che da sempre contraddistinguono le attività che vi si svolgono. Ma cosa comporta togliere il ponte di Malosco e il terrapieno? E a chi viene e va da Malosco a piedi che succede? Anche su questo Pezzini ha una sua risposta. «Il ponte – spiega - è arrivato ad un livello di degrado che lo rende pericoloso, ha fatto il suo tempo e la sua storia, l’ordinanza di divieto di transito per veicoli superiori a 35 quintali emanata dal Comune di Fondo ne è testimonianza. I calcinacci che ogni tanto si staccano e cadono sulla statale sono potenzialmente molto pericolosi, un parabrezza rotto improvvisamente a causa della caduta di un calcinaccio può avere conseguenze drammatiche».

Il ripristino del ponte costerebbe una cifra improponibile, ma l’alternativa, sempre a detta di Pezzini, c’è. «Ai pedoni che vanno da Fondo a Malosco e ritorno si chiederebbero 40 passi in più, attraversando magari il parco del Castello di Malosco, dove si potrebbe con poco ripristinare la passeggiata del parco giochi di un tempo, in un percorso piacevole e addirittura romantico con un meraviglioso sguardo panoramico sulla valle. Sarebbe inoltre facile adeguare il piccolo bivio veicolare dalla statale verso Malosco allargando l’ingresso senza opere particolarmente invasive nel parco del Castello».

Gli elementi ci sono tutti, ma mancano i soldi. «In questi anni – conclude Pezzini - abbiamo visto costruire decine di rotatorie in tutto il Trentino, in situazioni molto meno urgenti, per cui non crediamo che non ci sono fondi per finanziare un’opera che riguarda la sicurezza di veicoli e pedoni e la rimozione di un ponte pericolante su una strada statale che serve un centro commerciale e produttivo come Fondo».















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