«Nessuna vite impiantata  nei terreni vincolati» 

Le ragioni dell’agricoltore. Ai Pradiei Michele Zucal coltiva uva di montagna. «Il sindaco  ha avviato un procedimento infondato. Neppure il Difensore Civico condivide la sua posizione»



Romeno. Michele Zucal, giovane agricoltore di Romeno laureato in viticoltura, ci tiene a fare chiarezza dopo l’articolo uscito sul Trentino venerdì scorso dal quale emerge la preoccupazione che i Pradiei siano a rischio, “minacciati da due impianti di vigneto”.

Cento ettari sotto tutela

Tutto nasce dal vincolo a fieno, imposto dal Prg, vigente su 100 ettari di campagna (i Pradiei, appunto) nel Comune di Romeno. Zucal, che intendeva iniziare a coltivare l’uva di montagna, aveva chiesto al Comune delle deroghe per procedere. «Si tratta di una varietà di uva resistente alle malattie fungine che richiede uno o due trattamenti all’anno, è meglio del biologico – spiega il giovane agricoltore –. Tra l’altro i pali, di legno e non di cemento, non deturpano il paesaggio ed escono per un metro e 80 fuori terra. La risposta del Comune, però, è sempre stata negativa».

Così Zucal ha deciso di piantare le viti in un terreno edificabile, senza intaccare la porzione più alta che rientra nella tutela imposta dal Comune. «La parte delle particelle fondiarie interessata dal vincolo non è stata impiantata – precisa – quindi il procedimento che il sindaco ha avviato nei miei confronti è completamente infondato».

Dopo essersi informato sull’effettiva possibilità da parte del Comune di imporre determinati vincoli, l’anno scorso Zucal ha inoltre preso la decisione di coltivare anche dei terreni all’interno dell’area sottoposta a tutela, utilizzando la canna di bambù per impiantare. A quel punto il Comune ha fatto partire un procedimento amministrativo, che mirava al ripristino dell’area.

Nessuna provocazione

«Onestamente non credo di essermi mosso in maniera provocatoria – sostiene Zucal, al quale non è andata giù l’insinuazione secondo cui avrebbe agito con evidente atteggiamento di sfida nei confronti del Comune –. Il primo procedimento amministrativo è stato avviato il 27 settembre 2018 e si sarebbe dovuto concludere entro massimo 50 giorni (30 giorni per produrre delle mie osservazioni e 20 giorni erano concessi al Comune per adottare il provvedimento definitivo). Dopo quasi 6 mesi di silenzio, considerando anche che il Difensore Civico ha consigliato al Comune di rivedere i vincoli paesaggistici in questione, io ho semplicemente continuato con quello che prevede il mio piano di sviluppo aziendale. Anche perché tutti i terreni che abbiamo sono vincolati».

Opzione penalizzante

In effetti, in una lettera datata 22 agosto e fatta pervenire anche al sindaco Fattor, il Difensore Civico dichiara di non poter concordare con le valutazioni del Comune. «Non si nega che l’amministrazione abbia dei poteri in ordine alla tutela del territorio con riguardo al delicato tema della tipologia di colture da praticarsi in area agricola – si legge nel documento –. Vi sono comunque una serie di perplessità sull’opportunità dell’opzione, oltremodo rigida e penalizzante, presa in esame».

Come sostenuto dal Difensore Civico, infatti, «il 26% del territorio agricolo soggetto al vincolo (i 100 ettari dei Pradiei, ndr) rappresenta una porzione importante di terreno agricolo comunale. In secondo luogo, il singolo proprietario di terreni ricompresi nell’area si trova più o meno drasticamente penalizzato in relazione alla quantità di terreni di sua proprietà che si trovano nel perimetro di riferimento, al punto che chi abbia terreni solo in questa zona perderebbe sostanzialmente la possibilità di svolgere attività agricola». F.B.













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