Malé, accesso negato a ciaspole e alpinisti sulla via per il Cimon 

Un gruppo di sportivi e di operatori del turismo protesta per gli inopportuni sgomberi della neve lungo i sentieri


di Sergio Zanella


MALÉ. «Siamo stanchi ed è ora di aumentare l’attenzione su tutti gli interessi che convergono sulla rete sentieristica solandra durante il periodo invernale». A dirlo è un gruppo composto da diverse figure del mondo sportivo e turistico della Val di Sole, che segnala il sorgere di un sempre maggior numero di problemi di convivenza tra coloro che amano vivere la montagna come una palestra naturale e chi, invece, mette in atto iniziative private più o meno autorizzate che danneggiano gli interessi di turisti e locali.

«Anche quest’anno l’attività di scialpinismo e le passeggiate con le ciaspole in determinati luoghi della Val di Sole possiamo dimenticarcele – spiegano Renato Endrizzi (già presidente Sat Malé), Romano Gregori (membro del comitato gare Sat Malé), Silvano Andreis (guida alpina e operatore turistico) e Stefano Benedetti (guida alpina e selezionatore tecnico della nazionale di alpinismo) -. Il fatto a nostro avviso è grave: all’indomani della grande nevicata dello scorso 1 febbraio, c’è chi, di spontanea iniziativa, ha deciso di rimuovere il manto nevoso sulla strada forestale che conduce alla malga alta di Bolentina, eliminando qualsiasi speranza di residenti e turisti di andare a ciaspolare o sciare sulla montagna a monte di Malé. Il medesimo fatto era avvenuto l’anno scorso sulla strada forestale che porta al Mezol, facendo saltare la tradizionale gara scialpinistica, e quest’inverno eventi simili sono stati segnalati su altre montagne solandre. Si fa tanto rumore, a volte giustamente, per gli scialpinisti che risalgono le piste da sci, ma allo stesso tempo è inaccettabile che alla prima nevicata c’è chi provvede immediatamente a distruggere dei percorsi conosciuti e apprezzati da residenti e turisti. Bisogna rispettare il lavoro di tutti e quindi, se è comprensibile la necessità di intervenire per lavori urgenti, non riusciamo invece a scusare la pulizia di una strada forestale rendendola inagibile agli escursionisti solo perché, come sembra, si doveva recuperare dell’attrezzatura dimenticata in precedenza. In questo caso la colpa è, a nostro avviso, grave. Chiediamo alle amministrazioni comunali e alle Asuc di vigilare su queste azioni prive di sensibilità nei confronti degli amanti della montagna».

L’amarezza è dunque tanta, anche perché, complice il surriscaldamento globale, le nevicate sull’arco alpino sono indubbiamente diminuite, rendendo ben più difficile la pratica di sport invernali non su pista. Queste attività, peraltro, in bassa Val di Sole possono essere praticate e proposte solamente in zone delimitate e marginali. Tali percorsi vengono pubblicizzati dall’Apt per i turisti e ora, nel caso del Cimon di Bolentina, il percorso per un’intera stagione invernale (a meno di significative nevicate) sarà inutilizzabile.

«C’è ulteriore delusione perché crediamo che le amministrazioni dovrebbero mettere delle norme più stringenti – continuano –. Da qualche anno a questa parte stiamo parlando con vari portatori di interesse per incentivare gli investimenti, come il possibile acquisto di un gatto battipista intercomunale, anche perché è evidente che il numero di praticanti tra ciaspolate e alpinismo è indubbiamente in crescita, anche nel mondo turistico. Auspichiamo quindi - conclude il gruppo - un cambio di rotta, noi siamo pronti a fare la nostra parte ma la sensibilità deve necessariamente cambiare».















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