Gente e case di montagna nei quadri di don Lorenzoni 

Cles. È una mostra particolare quella che apre oggi alle 17.30 nello spazio espositivo di Palazzo dal Lago, in piazza municipio. Ad esporre le sue ultime opere è infatti il quasi novantenne don...



Cles. È una mostra particolare quella che apre oggi alle 17.30 nello spazio espositivo di Palazzo dal Lago, in piazza municipio. Ad esporre le sue ultime opere è infatti il quasi novantenne don Roberto Lorenzoni, prete clesiano, classe 1930, che ha trascorso gran parte della sua vita da sacerdote nella Diocesi di Bolzano (33 anni parroco a Oltrisarco) e che è divenuto pittore per una passione giovanile riscoperta «per vincere l’avvilimento e la tristezza nel tempo della pensione».

La sua prima esposizione alle Vecchie Terme di Merano nel 2017 e ora tanti amici di Cles l’hanno aiutato ad organizzare questo nuovo appuntamento che si intitola “Il Paese dell’anima”: la riscoperta tutta interiore, nell’anima appunto, del tempo passato in cui gente forte sopravviveva nell’ambiente non facile di montagna, costruendo relazioni, comunità, religione.

Il sottotitolo dice: “Le me chjase, i me monti, la me gent” e individua così i soggetti caratteristici della pittura di don Lorenzoni. Perché sono proprio le abitazioni degli uomini il tema di quasi tutti i dipinti. Baite, case aggregate, piccoli villaggi sotto le grandi montagne. La sua pittura non concede nulla alla riproduzione "fotografica", allo scorcio "pittoresco", all'atmosfera "romantica". Non c'è lo sforzo di apparire falsamente veri. Nemmeno nelle poche, recentissime nature morte di una ricchezza di colori sorprendente nella pittura di Lorenzoni: fiori, mele, pere disposti su povere tavole che rimandano a una presenza femminile capace di ingentilire anche l'angolo più disadorno; o che, più oltre, richiamano la fatica dei campi, il paziente lavoro di generazioni nei frutteti della Val di Non.

La mostra rimane aperta fino al 23 agosto tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle, dalle 17 alle 19 e dalle 20 alle 22. G.E.















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