Cles, la Ebara non chiude cresce la preoccupazione 

Dopo lo sciopero. L’incontro di lunedì tra l’azienda e la rappresentanza sindacale interna è servito solo alla prima per ribadire la volontà di proseguire con l’attività malgrado l’emergenza


Giacomo Eccher


Cles. La Dalmec ha chiuso volontariamente i battenti sospendendo la produzione, ma all’Ebara, che si trova a pochi metri di distanza, si continua a lavorare. L’altro ieri, durante lo sciopero di otto ore proclamato dai sindacati, c’è stato un incontro a distanza (in collegamento telefonico) tra l’azienda e la Rsu dello stabilimento di Cles durante il quale si è cercato di trovare una soluzione che conciliasse le esigenze degli uni con le richieste degli altri, ma i responsabili della società si ostinano a non volere chiudere facendo ricorso, come altre industrie, alla cassa integrazione in deroga. E nonostante il crescente numero dei contagi che incomincia ad interessare anche il Trentino, la loro posizione è irremovibile.

Tre casi a Cis

Tra i lavoratori cresce però la preoccupazione e molti di loro si considerano in serio pericolo, considerando i tre casi di Cis e tenendo conto che un buon numero di addetti della Ebara (compreso il responsabile dello stabilimento) sono proprio del medesimo paese. Quindi il rischio contagio è reale anche se ieri i lavoratori impegnati nella produzione sono stati dotati di mascherina.

I lavoratori sono preoccupati per la loro salute e per quella dei loro familiari, e sperano, anche grazie all’interessamento dei media, di convincere i responsabili dell'azienda a cambiare posizione e a non mettete a rischio la salute dei dipendenti e delle loro famiglie. Tutto questo tenendo presente che in ogni caso l'Ebara non “sforna” un prodotto essenziale (pompe in acciaio stampato e accessori) in questo drammatico momento che sta attraversando il paese.

L’auspicio di Molesini

«Un plauso alla Dalmec per la loro decisione volontaria di sospendere ogni attività a tutela delle maestranze. Spero vivamente che altre aziende, tipo Diatec e Ecograf seguano l'esempio della Dalmec»- scrive Nazareno Molesini, che seppure a casa in malattia, sta raccogliendo le voci preoccupate dei colleghi impegnati in questi giorni in azienda.













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