Chi apre e chi resta chiuso a cento metri di distanza 

La lettera aperta. Succede a ristoranti e bar dell’alta Alta Val di Non, al confine tra Alto Adige e Trentino. L’albergatore Claudio Battisti a Failoni: «Siamo ormai all’Autonomia del ridicolo»  


Giacomo Eccher


Alta val di non. «Il bar-ristorante della partenza della funicolare alla Mendola apre e quello all’incrocio no? Sulla strada delle Palade a Tret (frazione di Borgo d’Anaunia) il ristorante-bar Alle Ciaspole è chiuso e passato il confine provinciale 100 metri più avanti è tutto aperto: ma siamo sempre nella stessa Val di Non! Cortesemente riesci a farmi sapere se da lunedì i ristoratori nonesi “taliani” hanno bisogno dell’autocertificazione per andare a cena dai colleghi “todesci” aperti?». Esordisce così, con un sorriso che più amaro non si può la lettera aperta che l’albergatore dell’Alta Valle di Non, Claudio Battisti (Hotel Stella delle Alpi, Ronzone), ha spedito all’assessore trentino al turismo, Roberto Failoni lamentando l’assurdità di decisioni che, almeno per quanto riguarda aperture e chiusure in questi tempi di lockdown, dovrebbero almeno avere un minimo di coordinamento a livello regionale.

«È stato proprio impossibile mettersi d’accordo tra le due Province? Non ti sembra che siamo veramente all’Autonomia del ridicolo?» - scrive Battisti nella lettera all’assessore. Un’affermazione- sottolinea – che pesa ancora di più detta da chi, come lui, è nato a Caldaro, è stato sindaco in Trentino (Ronzone) e ha vissuto, anche da protagonista, le vicende dell’Autonomia. Una situazione davvero imbarazzante – evidenzia l’albergatore - per chi vive ed opera nell’ultimo paese della Val di Non al confine comunale con Caldaro (Südtirol) e se si tiene conto che della valle di Non fanno parte tre Comuni del Südtirol: Proves, Lauregno e Senale San Felice. «Questa fortunata situazione geografica ci ha sempre permesso, in anni normali, di fruire di un buon numero di clientela di lingua tedesca anche in questo periodo dell’anno, ma il mancato coordinamento tra le due Provincie in ambito regionale adesso lo mettono a rischio».

Claudio Battisti manda anche un altro segnale all’assessore trentino e riguarda le date ipotizzate per l’apertura (cosa che a quanto pare è tutta ancora in discussione e non sono escluse anticipazioni di date) indicando per aprire il primo giugno, un lunedì. «Sento parlare per noi trentini di riapertura al primo di giugno – scrive Battisti - spero che almeno vi accorgiate che se il 31 maggio è domenica poi c’è il 2 giugno che è anche festa nazionale. Inoltre il primo giugno è il lunedì di Pentecoste, festività in Germania ed in Austria. Quindi per favore parlate di 30 maggio almeno a livello… regionale, mettetevi d’accordo!».













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