Allevatori “salvati” dai formaggi 

A Vasio di Fondo l’assemblea dell’Unione Valle di Non ha tirato le somme di un 2017 molto difficile


di Giacomo Eccher


VASIO DI FONDO. Una fitta nevicata e la temperature e meno otto non hanno scoraggiato gli allevatori nonesi, che ieri, nella sala civica della piccola frazione di Fondo, hanno tenuto la loro consueta assemblea annuale. Una settantina i presenti con un’ampia rappresentanza di giovani che ha dato un segnale di salute del comparto, che quest’anno, complici le massicce importazioni di latte soprattutto dall’Est europeo, non sta attraversando uno dei momenti migliori.

«Grazie per essere accorsi così numerosi, nonostante il tempo. Questa infatti è l'occasione per fare il punto sull’andamento del nostro settore e sull’attività della Federazione provinciale, ma soprattutto per stare insieme» - ha detto introducendo i lavori il presidente dell'Unione allevatori Valle di Non, Vittorino Covi. Accanto a lui, il presidente della Cooperazione trentina, Mauro Fezzi (presente a Vasio per l'analogo incarico che ricopre nella Federazione provinciale allevatori) ed il direttore della stessa Federazione, Claudio Valorzi.

In sala c’erano anche i consiglieri provinciali Tonina ed Ossanna, il presidente della Comunità di valle, Silvano Dominici, il sindaco di Castelfondo, Oscar Piazzi, e la vicesindaco di Fondo, Lucia Donà, che ha notato la presenza in sala di allevatori giovani (tra cui una ragazza) un segnale – ha detto – che fa ben sperare di un comparto che è fondamentale per la conservazione dell’ambiente e quindi delle potenzialità turistiche della valle.

Vittorino Covi nella sua relazione ha richiamato le difficoltà patite nel corso del 2017 dall’agricoltura in genere e sopratutto della zootecnia, perché l’inverno secco con la scarsità di precipitazioni ha ridotto del 60% la produzione di foraggio, con una conseguente impennata autunnale dei prezzi di foraggi e di paglia e l’aumento delle altre materie prime come la soia ed i mangimi a fronte di un calo del prezzo del latte. «Fortunatamente i formaggi hanno tenuto e questo ci consentirà di chiudere senza grossi contraccolpi i nostri bilanci».

Un capitolo dell’attività dell’Unione allevatori valle di Non nel 2017 ha riguardato l’aiuto dei colleghi del Centro Italia terremotato. Tra le altre iniziative, da citare il “marzo di musica e solidarietà”, tre serate con tutti i cori di montagna della valle che hanno fruttato un introito di 5.300 euro, somma che, grazie ad altri comitati come il gruppo San Giacomo di Fondo, il Comitato S. Antonio di Dovena e la Federazione provinciale allevatori, era lievitato fino a 10.000 euro poi diventati 20.000 grazie alle associazioni di Romallo.

Sul versante interno, l’Unione Allevatori nonesa la scorsa primavera ha ottenuto ottimi risultati alla festa della zootecnia a Trento, aggiudicandosi la campionessa provinciale assoluta delle bovine razza bruna e la campionessa e la vice nelle manze sempre per la razza bruna. Ottimo pure il bilancio della seconda edizione de “Latte in Festa” ai Pradiei tra Fondo e Romeno e quindi successo della mostra delle bovine a fine alpeggio a Romeno, in occasione della fiera di San Bartolomeo. Tornando ai problemi, Covi ha ricordato la questione, ormai endemica, della mancanza di territorio da sfalciare, una carenza che mette non poco in difficoltà i giovani che vogliono intraprendere la professione di allevatore. Per questo il presidente ha sollecitato la collaborazione dei sindaci, delle autorità forestali e dei politici perché la zootecnia è e deve essere un bene comune che riguarda anche gli altri settori economici che interessano la montagna, in primis il turismo.















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