cassana di caldes 

Affreschi di S.Tommaso risalenti al Trecento

CALDES. Si sono recentemente conclusi i lavori di scoprimento delle superfici affrescate interne ed esterne nella chiesa di San Tommaso di Cassana. I lavori, condotti e finanziati in diretta...


di Alberto Mosca


CALDES. Si sono recentemente conclusi i lavori di scoprimento delle superfici affrescate interne ed esterne nella chiesa di San Tommaso di Cassana. I lavori, condotti e finanziati in diretta amministrazione dalla Soprintendenza per i beni culturali della Provincia e affidati alla restauratrice Enrica Vinante, per un importo totale di circa 56.000 euro, hanno portato allo scoprimento di importanti cicli affrescati che di fatto permettono di riscrivere la storia dell’edificio sacro. Gli interventi hanno da subito evidenziato la presenza di frammenti affrescati, sia in facciata che all’interno, attribuibili a fasi e botteghe diverse, per un lasso di tempo che va dalla metà del Trecento fino alla fine del Quattrocento. Elementi decisivi per anticipare la costruzione della chiesa, documentata solo a partire dal 1468, ma sicuramente già esistente almeno da un secolo prima. La chiesa venne poi ampliata nel 1617. Numerose sono le figure di santi che il restauro ha riportato alla luce all’interno dell’edificio; parimenti, in facciata è emersa la figura di San Cristoforo, opera assegnabile alla bottega conosciuta come quella del Maestro di Sommacampagna. Il cartiglio recato dal Bambino Gesù seduto sulle spalle del santo, riporta la scritta “Cristo visa fori manu est inimica dolori”, ovvero “La visione della forza di Cristoforo scaccia il dolore”; per lo studioso Nicola Zanotti, autore nel 2016 di un articolo pubblicato negli atti degli Agiati, l’opera va ascritta ad un periodo di tempo compreso tra i primi anni Sessanta e i primi anni Settanta del Trecento. Gli affreschi scoperti all’interno sono in parte coevi al San Cristoforo; altri invece possono essere associati ad un generale rinnovo dell’apparato decorativo avvenuto nella seconda metà del Quattrocento. In generale, si tratta di una grande scoperta per la storia dell’arte in Val di Sole, oltre che un nuovo contributo nel catalogo solandro del Maestro di Sommacampagna.















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