Lidi, apertura timida: 150 ingressi 

Gardolo e Manazzon. Una prima giornata senza code: i due centri sportivi possono ospitare complessivamente fino a 800 persone Distanziamento sui prati definiti con dei grandi bolli colorati. Le rigide norme anti-Covid spiegate su un totem in quattro lingue diverse


Valentina Leone


Trento. Tra il meteo non proprio rassicurante, i timori e la necessità di prendere confidenza con le nuove norme anti-Covid, per i lidi è stata una prima giornata di apertura estiva un po’ diversa rispetto agli anni precedenti: le prime bracciate in vasca sono state tutte di giovani atleti e appassionati di nuoto, che già nei giorni scorsi avevano testato l’apertura delle piscine interne. Pochissime le famiglie, appena una ieri mattina alle Fogazzaro, e anche a Gardolo, nelle prime ore, l’afflusso è stato molto basso. Tanti arrivi alla spicciolata, così come le prenotazioni online, riservate ai titolari di abbonamento. «Il meteo ha sicuramente inciso, così come, probabilmente, anche le molte novità e i limiti imposti», riflette l’ingegner Roberto De Carli, responsabile tecnico grandi impianti e impianti natatori di Asis. A fine giornata, comunque, complessivamente poco più di 150 persone (questo il dato delle 17): 64 a Gardolo e 87 in via Fogazzaro.

«Non potevo mancare, assolutamente. Certo, non si può fare la doccia alla fine e non ci sono gli armadietti, ma io mica vengo a nuotare per lavarmi alla fine», scherza Alessandro Pisetta, tra i primi a varcare l’ingresso del lido Manazzon ieri mattina. «Mi è mancato molto il nuoto, e dopo due mesi di lockdown alle prime nuotate ho proprio avvertito che ero stato fermo per un bel po’».

Francesco Carroccia, 18 anni, della squadra Buonconsiglio Nuoto, di solito si allena sei volte alla settimana, dal lunedì al sabato. Anche ieri mattina non ha saltato l’appuntamento. «C’è ancora la scuola ma con la didattica a distanza riesco a venire sul presto e poi mi metto a studiare. Per prima cosa ci hanno preso la temperatura fuori e poi ci siamo dovuti cambiare a bordo vasca, con doccia a casa. Per me sono stati mesi un po’ tosti perché mi mancava nuotare, ma anche con gli altri della squadra abbiamo cercato di fare allenamento a distanza. Certo, senza l’acqua è stato difficil».

Habituè del lido anche Laura Romagnoli, insegnante di acqua gym e maestra alle scuole elementari. Anche lei aveva già testato le vasche interne, e ieri non si è persa il primo giorno di outdoor: «Non vedo particolare ma paura ma poi qui è tutto molto controllato, e penso che in vasca, anche con il cloro, il rischio di contagio sia contenuto. Spero. Qualcuno forse deve prendere confidenza con queste nuove regole e preferisce aspettare: da un lato meglio così, viste anche le regole sulle distanze almeno quei pochi che nuotano possono farlo in pace».

Da parte dei bagnini e del personale addetto alla sicurezza c’è grande attenzione e disponibilità per chiarimenti sulle nuove norme. Le regole stabilite sono comunque disponibili su un totem, e tradotte in 4 lingue (oltre all’italiano, è tutto riportato in inglese, tedesco e arabo). Un’altra novità riguarda l’apposizione di bollini colorati sul prato per tracciare le distanze, «in modo tale che ogni persona abbia 7 metri quadri a testa disponibili, così come previsto dalle norme», spiega l’ingegner De Carli. Al momento, come detto, è stato reso disponibile un sistema di prenotazioni per gli abbonati, ma visto anche il momento particolare appare difficile che ci siano problemi di capienza: a Fogazzaro ci sono oltre 550 posti, a Gardolo oltre 350. «Purtroppo dobbiamo continuare a chiedere l’autocertificazione a ogni ingresso - chiosa De Carli - mentre gli spogliatoi non sono usufruibili ma sono state installate delle casette di legno dotate di cabina per cambiarsi».















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