il duplice omicidio

Lettera di Benno dal carcere: «sono disperato, quando ho ucciso ho avuto un blackout»

«Mi dicevano che non vale nulla, me ne ero andato di casa per le lite continue. Poi col Covid sono tornato»



BOLZANO. "Quando ho ucciso mio padre prima e mia madre poi, era come se fossi uscito dalla realtà. So bene che è difficile veder riconosciuta la totale incapacità di intendere e di volere. Che nulla, nemmeno il fortissimo pentimento che provo, mi risparmierà la pena lunga che ho appena iniziato a scontare. Ma è ora che si conosca anche la mia di verità".

A parlare all'Adnkronos dal carcere di Bolzano, dove è recluso da quattro mesi esatti per l'omicidio e l'occultamento dei cadaveri di suo padre Peter Neumair e di sua madre Laura Perselli, è Benno Neumair.

"Non faccio più attività fisica, pur avendone la possibilità qui - spiega - Leggo molto, soprattutto romanzi di viaggi, come le avventure di Robinson Crusoe. Niente gialli. Come un pendolo oscillo alternando momenti di profonda tristezza a frammenti di vita normale, con i miei compagni di cella. C'è chi sta bene, tutto sommato, dietro le sbarre, io no. Io non sto affatto bene, sono disperato".

  • Peter Neumair e Laura Perselli
  • Benno Neumair
  • Peter e Laura assieme alla figlia Madè
  • La casa della famiglia Neumair
  • Le ricerche nell'Adige si sono protratte per settimane
  • Benno viene portato in tribunale per la prima volta
  • La coppia
  • Angelo Polo, uno dei legali di Benno Neumair
  • La figlia di Laura e Peter in tribunale
  • Il pm Igor Secco

Dalla scomparsa di Peter e Laura al ritrovamento del corpo dell'uomo: la ricostruzione del giallo di Bolzano

Dall'appello lanciato dal figlio Benno alla sua confessione passando per lunghi giorni di ricerche lungo l'Adige. Prima il ritrovamento del corpo di Laura Perselli e oggi di quello di Peter Neumair

"Tutto il clamore mediatico mi ha dato un gran fastidio. L'esercizio che faccio più spesso è quello di provare a cancellare dalla mia memoria il 4 gennaio - continua - Quel giorno ho avuto un blackout, mai avevo pensato di uccidere qualcuno, tantomeno i miei genitori. Sono stato risvegliato da mio padre in maniera energica, abbiamo avuto l'ennesima discussione per i soliti motivi. Mi diceva che non valevo niente, al contrario di mia sorella che invece è tutto quello che un genitore può desiderare.

Io soffro di un disturbo del sonno, il risveglio aggressivo, che mi rende nervoso, ci sono stati episodi anche con Madé, quando era adolescente. Non ci ho visto più e quando mio padre è entrato in camera con quella veemenza, ho preso un cordino che avevo a portata di mano in un cestino e con quello l'ho strangolato.

A quel punto mi sono assopito a terra, accanto al suo corpo. A svegliarmi il telefono, era mia madre che mi diceva che stava rientrando in casa. Ho sentito la chiave nella toppa, l'ho vista e con il cordino ancora in mano ho strangolato anche lei, senza che nemmeno facesse in tempo ad accorgersene. E' successo tutto in pochi minuti".

"Sono andato via da casa nel 2010, stanco delle liti continue che tentavo ogni volta di evitare, puntualmente paragonato a mia sorella, bravissima in tutto, prematura nei suoi traguardi e molto legata a mia madre che invece mi offendeva sempre, mi denigrava. Ero tornato a vivere con loro a causa del Covid, non avendo più possibilità lavorative".













Scuola & Ricerca

In primo piano