Seconde case e turismo online ci prova anche Spormaggiore 

Il business dell’ospitalità diffusa. Il Comune ha aderito al progetto “Ospitar” della start up trentina Cbs. L’idea è di recuperare e sfruttare il patrimonio di immobili sfitti o abbandonati


DANIELE ERLER


Spormaggiore. A Spormaggiore le seconde case, anche quelle abbandonate da tempo, potrebbero vivere presto una seconda vita, puntando su quella particolare forma di turismo definita “ospitalità diffusa”. Alle spalle c’è una start up trentina – chiamata Community building solutions (in sigla: Cbs) – e un progetto, chiamato “Ospitar”, a cui il Comune ora ha deciso di aderire. I dettagli saranno spiegati in un incontro pubblico che si terrà giovedì 17 ottobre alle 20, nell’aula magna della scuola del paese.

Come a Cavareno

Esempi simili sono già stati avviati in altre zone del Trentino: a Cavareno, Tenna, Terragnolo e Calceranica. L’idea è di recuperare e riqualificare l'enorme patrimonio delle seconde case, lasciate sfitte e spesso abbandonate, puntando sul turismo online. Anche per rispondere al rischio dello spopolamento per i comuni montani e periferici.

A Spormaggiore le seconde case sono 371: poco meno del 70 per cento dei proprietari vive in Trentino, gli altri vivono in altre zone d’Italia. Poco più del 60 per cento dei proprietari trentini vive nel comune di Spormaggiore: con una percentuale che si alza all’82% se si considerano la Val di Non, la piana Rotaliana o l’altopiano della Paganella.

La start up mette a disposizione innanzitutto un supporto qualificato per seguire le fasi di ristrutturazione della casa. Ma non solo: l’idea è di seguire poi i proprietari anche nella promozione online sui portali di vendita, con la possibilità, su richiesta, di gestire anche le prenotazioni.

Indotto sul territorio

Anche se il Comune ha attivato il progetto, sono poi i privati a doverlo sviluppare. La start up cercherà comunque di coinvolgere i soggetti istituzionali del territorio, per trovare delle formule di supporto. In che modo? Negli altri paesi, sono state sviluppate delle formule di collaborazione con le banche di credito cooperativo: ad esempio con il confezionamento di mutui agevolati per gli interventi di ristrutturazione. Altre forme di collaborazione hanno coinvolto le società di promozione turistica e altri enti, in primis le Comunità di valle. Anche perché la riqualificazione del patrimonio immobiliare interessa anche il pubblico, non solo i privati.

L’obiettivo è di riuscire ad attivare delle convenzioni con artigiani del paese per le ristrutturazioni o con le cooperative locali per la gestione delle pulizie o delle prenotazioni. Con il fine ultimo di attirare nuovi turisti in paese, con un indotto che coinvolgerà poi negozi e locali della zona.















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