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La centenaria madrina degli alpini 

Cittadini e autorità alla festa per il compleanno di Augusta Depaoli



MONTE TERLAGO. Dopo i festeggiamenti di giovedì scorso al Circolo pensionati e anziani “El Fogolar”, il gruppo alpini di Monte Terlago, i famigliari e la comunità hanno onorato il secolo di vita di Augusta Depaoli, vedova Nicolussi, madrina fin dalla fondazione (27 giugno 1965), del gagliardetto del gruppo alpini. Augusta ha compiuto i 100 anni lo scorso 17 settembre. Nel 1939 si è sposata con Giuseppe Nicolussi, che nel 1942 partì per il fronte russo, proprio poco prima della nascita del figlio Ferruccio, e vi morì, risultando disperso, presumibilmente tra il dicembre 1942 ed il gennaio 1943.

Del suo amato marito conserva ancora le lettere, che per sei mesi Giuseppe le scrisse ogni giorno con le cartoline per il figlio Ferruccio. Il parroco don Tullio Paris nella messa di ringraziamento per i 100 anni di Augusta ha ricordato: «Augusta non manca mai alla messa della domenica e, nonostante le sofferenze, non si è mai chiusa in se stessa ed ha ancora un cuore aperto». Sorretta da una forte fede e da grande volontà Augusta ha lavorato a lungo come colf ed è diventata il faro della sua famiglia ed un punto di riferimento per la propria comunità.

Augusta alla festa era affiancata dal capogruppo degli alpini Roberto Depaoli e dai soci fondatori Elio Biasiolli e Gino Depaoli. Hanno partecipato anche il presidente della giunta provinciale Ugo Rossi, il sindaco del Comune di Vallelaghi Gianni Bressan, gli assessori Verena Depaoli e Michele Verones. Nell’intervista rilasciata da Augusta per l’uscita del libro fotografico “Da Pedegaza a Vallelaghi” colpisce in modo particolare, oltre alla lucida esposizione dei lavori “de sti ani”, questa osservazione: “Da quando è arrivata l’acqua nelle case si è perso in socialità: fare il bucato insieme alla fontana era un momento di confronto, di comunicazione di scambio di opinioni”.

Il presidente Rossi ha affermato: «È bello, a cento anni dalla fine della prima guerra mondiale, poter festeggiare e sorridere in pace: una pace che si fonda su molta sofferenza. La nostra comunità - ha proseguito - è viva grazie a persone di grande operosità, impegno e incisività sociale come Augusta». Un pranzo in allegra compagnia ha concluso i festeggiamenti per una centenaria che vuole e sa guardare al futuro. (e.z.)













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