In bici da Trento a Malé passando per la Rotaliana 

Mobilità sostenibile. Il consiglio della Comunità Rotaliana–Königsberg approva il Piano delle  reti infrastrutturali ed ecologiche e la Carta del paesaggio. Strategica la pista ciclabile del Noce


DANIELE ERLER


Lavis e rotaliana. Si parla molto di una mobilità sostenibile, soprattutto ora che con il coronavirus si dovrà immaginare anche un modo diverso per spostarsi, senza autobus affollati e strade trafficate. In Rotaliana da qualche tempo si sta lavorando a una rete di piste ciclabili che, in prospettiva, potrebbero collegare Trento con la val di Non e la val di Sole. Ora, il consiglio della Comunità Rotaliana Königsberg, riunito in videoconferenza, ha fatto un passo decisivo, con il sì all’unanimità – in seconda adozione – al Piano stralcio delle reti infrastrutturali ed ecologiche. In più, è stata approvata – in prima adozione – anche la Carta del paesaggio. In sostanza, siamo praticamente alla conclusione di un lavoro durato molti anni per la definizione del Piano territoriale di comunità. È uno strumento urbanistico che mira a costruire il futuro del paesaggio locale, da Lavis a Roveré della Luna. «È importante che anche le minoranze abbiano votato a favore – spiega l’assessore all’urbanistica, Graziano Tomasin –. Così i contenuti hanno un valore più forte, perché è ampiamente condivisa».

Le nuove piste ciclabili sono state divise in due ambiti. Da un lato, quelle definite come “strategiche”. Nella programmazione, è confermata una nuova pista ciclopedonale che dovrebbe correre alla destra del fiume Noce. In prospettiva, permetterebbe di raggiungere da una parte Trento e dall’altra la val di Non e poi la val di Sole. Dall’altro lato, c’è un reticolo di collegamenti, su strade interpoderali e a basso traffico, che permetterebbe il collegamento fra i tratti di ciclabile già presenti.

Ma se tutto questo è ora messo nero su bianco nella programmazione urbanistica, quando si potrà averne una traduzione concreta? La pista ciclabile alla destra del Noce avrà bisogno di un intervento della Provincia: «Ma siamo ottimisti – dice Tomasin–. Non è un tracciato che va realizzato “ex novo”. Si tratterà di fare alcuni lavori di allargamento o di sistemazione della strada, in qualche caso con qualche parapetto. Il problema è trovare una soluzione tecnica in un tratto fra Mezzolombardo e Terre d’Adige e poi soprattutto come superare la Rocchetta, per raggiungere la val di Non. Ma il fatto che ne abbiamo definito l’importanza strategica pensiamo possa essere una buona spinta perché la provincia si interessi». Più semplice invece l’intervento nelle altre zone: «In genere basterà che le varie amministrazioni comunali intervengano con la dovuta segnaletica».

Ma in realtà il lavoro realizzato dalla comunità è molto più ampio e riguarda una serie di aspetti per la tutela del paesaggio. Sono stati inoltre individuati alcuni ambiti multifunzionali agro-naturalistici. Puntano a far convivere la vocazione agricola e naturalistica della zona, anche per una migliore promozione del territorio dal punto di vista turistico e commerciale.













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