I Ciucioi tra le “101 meraviglie d’Italia” 

Lavis, la giornalista Beba Marsano li ha inclusi nel libro “Vale un viaggio”: «Emozionanti, giusto spendere per restaurarli» 


di Daniele Erler


LAVIS. Ci sono anche i giardini dei Ciucioi di Lavis fra le “101 meraviglie d’Italia da scoprire” in “Vale un viaggio”, un libro appena pubblicato per l’editore Cinquesensi dalla critica d’arte e giornalista Beba Marsano. Proprio quei giardini che ormai da quasi vent’anni aspettano di riaprire, dopo un lungo e travagliato restauro. Il sindaco Andrea Brugnara ha annunciato che saranno finalmente visitabili, salvo imprevisti, dall’autunno nel 2019. Saranno quindi ancora chiusi nel weekend, in occasione dell’omonima fiera dei Ciucioi. Ma domenica prossima 2 dicembre a palazzo de Maffei dalle 10 è in programma una doppia conferenza: la prima dedicata all’unicità dell’opera architettonica - che non è solo un giardino, ma anche un castello impresso nella roccia - e la seconda alla fase finale dei lavori di restauro. Eppure di recente non sono mancate le polemiche: secondo la consigliera comunale leghista Monica Ceccato il capolavoro, costruito a metà Ottocento da Tomaso Bortolotti, si è trasformato col tempo «in un pozzo mangiasoldi», dato che ha richiesto quasi due milioni di euro per il restauro.

Quello di Beba Marsano - genovese di nascita e milanese d’adozione, giornalista che scrive per Corriere della Sera, Panorama e Oggi - è il secondo libro di una collana dedicata alle bellezze d’Italia. I Ciucioi sono descritti come un «giardino verticale tutto pietra e acqua, unico in Europa», che «riempie di stupore chi, oggi come ieri, arriva a Lavis dalla vecchia strada per Trento».

Marsano, perché un libro sulle meraviglie da scoprire in Italia?

«Il primo volume della serie è uscito nel 2016 e ha avuto un enorme successo, era naturale pensare a un seguito. L’Italia è un giacimento inesauribile di tesori sommersi. Non solo nella provincia ma anche nelle stesse città d’arte, ricche di meraviglie messe in ombra da un patrimonio monumentale spesso troppo ingombrante. Però ora il mondo si è ristretto per questioni geopolitiche: per guerre e terrorismo. Così i viaggiatori stanno riscoprendo l’Italia che si è rivelata una miniera inesauribile di sorprese».

Ne ha scelte 101. Con quale criterio?

«Sono critica e storica dell’arte, alcune di queste meraviglie le ho studiate al liceo e all’università. Altre le ho scoperte viaggiando: mi definisco una rabdomante della bellezza. È come se avessi una propensione per trovarla anche in luoghi inaspettati».

E così ha scoperto i Ciucioi.

«Quanto mi hanno intrigato! Ero in Trentino per un viaggio di lavoro e chi mi ospitava mi ha parlato di questo giardino. Sono andata a Lavis e il sindaco e il vice me lo hanno fatto visitare in anteprima, con i lavori ancora in corso. Mi emoziona l’idea che dietro ci sia un uomo che da solo è riuscito a trasformare una parete di roccia in un giardino dell’anima, un giardino esoterico».

Però non tutti sono d’accordo con la decisione di spendere tanti soldi per il restauro. Lei che cosa ne pensa?

«So che c’è questo dibattito. Ma io credo che non possa che fare bene a una comunità ciò che è speso per recuperare schegge perdute di bellezza, storia e mistero. Lavis è un paese al margine, al massimo si passa da qui perché c’è la strada del vino. Nonostante sia un borgo delizioso, non è di per sé un grande attrattore di turisti. Servono dei pretesti per scoprirlo. Ecco, i Ciucioi, con la loro storia sepolta, possono diventare un ottimo pretesto».

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