Dopo 40 anni di servizio Fai saluta il dottor Hanife 

Il medico della Paganella. In una sala affollata, a nome del paese il sindaco ha ringraziato il neopensionato: «Quando sono arrivato qui, ho capito che sarebbe diventata la mia dimora»


Rosario Fichera


Fai della paganella. Con un emozionante momento di festa, in una sala consiliare gremita, la comunità di Fai della Paganella, sabato scorso, ha salutato e ringraziato il medico di famiglia Mohammad Hanife che, dopo 40 anni di attività svolta nella località turistica dell’altopiano, è andato in pensione.

A nome del paese e dell’amministrazione comunale, il sindaco di Fai della Paganella, Gabriele Tonidanel, insieme alla vicesindaco Maria Pia Tonidendel, ha espresso al dottor Hanife un vivo ringraziamento per il suo lavoro.

«Un lavoro molto difficile, importantissimo e particolare - ha evidenziato il sindaco – perché a contatto molto stretto con le persone, con i drammi veri dei singoli e questo richiede anche una sensibilità, oltre a una professionalità, molto importanti, non comuni e non sempre valorizzate. Professionalità, sensibilità, disponibilità, donate in questi quarant’anni a tanti di noi».

Profonda sensibilità che il dottor Hanife ha manifestato anche quando ha pronunciato le parole di ringraziamento, rotte dall’emozione per le tante persone che si sono strette intorno a lui, alla moglie e ai quattro figli.

«Non mi aspettavo così tante persone – ha detto il festeggiato – è stato bellissimo vederle tutte e sentire il loro affetto e riconoscenza».

In 40 anni di lavoro a Fai della Paganella quali sono stati i momenti più belli e quelli più difficili per lei?

«Quelli più difficili sono stati quando ho dovuto curare, sapendo di non potere avere i risultati sperati, tre malati terminali, il mio cuore in questi casi si è riempito di tristezza, condividendo con i miei pazienti il loro dolore, la sofferenza. Quelli di felicità, quando ho visto guarire le persone».

È stato bello vivere a Fai per tutti questi anni?

«Sì, anche se non posso nascondere che è stato difficile per il clima, soprattutto in inverno, a me piace infatti il caldo».

Ma, potendo tornare indietro lo rifarebbe?

«Certo, io e mia moglie abbiamo capito presto che sarebbe diventata la nostra dimora, abbiamo infatti costruito casa e qui fatto crescere i nostri quattro figli».

Figli che, insieme al lavoro, le hanno regalato tante soddisfazioni, due di loro hanno anche seguito le sua professione.

«Sì è vero, delle due mie figlie una è medico specializzata in psichiatria, l’altra sarà medico a brevissimo; i due maschi sono invece, rispettivamente, optometrista e ingegnere. Tutti e quattro amano questo luogo, in particolare i due maschi non lo lascerebbero mai, infatti anche loro, come me, hanno deciso di vivere sull’altopiano della Paganella».

A che cosa si dedicherà adesso?

«Io e mia moglie amiamo camminare e insieme abbiamo in programma tante passeggiate nei boschi, godendoci ancora di più questi luoghi».















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