«Al “San Giovanni”? Le convalescenze» 

L’assessore Zeni a Mezzolombardo: «È una struttura intermedia, niente pronto soccorso, ma molti servizi e 12 posti letto»


di Marco Weber


MEZZOLOMBARDO. A che punto è la costruzione del rinnovato presidio ospedaliero “San Giovanni”? Quando sarà aperto? Quali servizi erogherà? A queste domande ha dato risposta l'assessore provinciale alla sanità, Luca Zeni, nel corso della serata organizzata dai gruppi di minoranza. Non tutti in verità poiché Mezzolombardo Partecipa non ha aderito all'iniziativa.

All'incontro erano stati invitati tutti i sindaci ma erano presenti solo il sindaco di San Michele, Clelia Sandri, e il sindaco di Spormaggiore, Mirco Pomarolli. Gli altri hanno inviato un comunicato congiunto, letto all'inizio dell'incontro, nel quale si giustifica la loro assenza e quella di Gianluca Tait, presidente della Comunità di Valle Rotaliana Königsberg, “in quanto in attesa da parte dell'assessore Zeni di risposte che non possono certo ricevere oggi in platea”.

Dal canto suo l'assessore Zeni ha affermato di non aver mai ricevuto alcuna richiesta di incontro da parte dei sindaci né alcuna domanda in merito all'ospedale.

Per quanto riguarda l'ospedale di Mezzolombardo, anzi il “presidio ospedaliero” come ha sottolineato con forza l'assessore provinciale alla sanità, spiegandone la differenza, ecco di quali servizi sarà dotato. Niente pronto soccorso, perché «manca la struttura - spiega Zeni - per far fronte alle emergenze gravi». E il primo intervento? «Le piccole suture dovrebbero farle i medici di medicina generale», che peraltro saranno presenti a turno nel presidio ospedaliero. «Ci sarà un punto di continuità assistenziale. I medici di base eleggeranno un loro coordinatore». L'obiettivo è «implementare quei servizi che devono essere sul territorio». E quali sono questi servizi? «La struttura - era proiettato sul muro - oltre a garantire servizi di cure primarie, si caratterizza anche come struttura intermedia di interfaccia tra l'assistenza territoriale e quella ospedaliera, attraverso i 12 posti letto di cure intermedie». Frase che Zeni ha tradotto dal burocratese dicendo, in sostanza, che in questi letti troveranno posto coloro che sono in convalescenza dopo un'operazione effettuata al Santa Chiara, o in un altro ospedale. Nel “San Giovanni” ci saranno anche: servizio di psicologia, centro di salute mentale, servizio vaccinale, servizio alcologia, servizio vaccinale, ambulatori pediatri, centro raccolta sangue, centro anti-diabetico, consultorio, ambulatori specialistici (tra cui: dermatologia, oculistica, ginecologia, percorso nascita, otorinolaringoiatria, chirurgia), servizio diagnostica ecografica, medicina fisica e riabilitativa.

Si parte il 6 o 7 giugno con alcuni servizi (continuità assistenziale, cure domiciliari), poi entro fine settembre, con tempistiche differenti, la maggior parte delle altre funzioni. Presumibilmente entro i primi mesi del 2019 saranno attivati i 12 posti letto e identificate le attività chirurgiche da svolgere nel presidio ospedaliero. Qui sarà spostato l'Hospice che attualmente si trova a Villa Igea.













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