La vittoria degli agricoltori: Bruxelles ritira la norma sulla riduzione dei fitofarmaci

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, con un colpo a sorpresa, ha stoppato le nuove regole che puntavano a una riduzione del 50% entro il 2030


Carlo Bridi


TRENTO. Pur fra 1000 contraddizioni le marce dei trattori iniziate oltre un mese fa in Germania e poi diffusesi a macchia d’olio, in Francia, Belgio, Paesi Bassi, Grecia, poi in Italia ed ora in quasi tutti i Paesi aderenti all’Unione europea, hanno determinato un netto cambiamento della Politica europea che con la Farm to Fork intendeva portare avanti una politica più verde che agricola.

Certo hanno contribuito anche le dimissioni del commissario Frans Timmermans che ha lasciato Bruxelles per andare a governare il suo Paese, e che era stato grande difensore della tanto contesta decisione di introdurre una norma una norma di ridurre del 50%, ma in Italia si parla del 60%, l’uso dei fitofarmaci in agricoltura entro il 2030.

Ebbene da un paio d’anni tutto il mondo agricolo unito una volta tanto, compresa la cooperazione agricola, stavano premendo perché venisse bloccata la norma, ma il massimo che aveva ottenuto era quello di una bocciatura politica del Parlamento europeo.

Oggi però la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, con un colpo a sorpresa ha deciso di cancellare la norma. Esultano le organizzazioni professionali in questo momento con il fiatone per il dilagare delle manifestazioni spontanee di migliaia di imprenditori agricoli scesi in strada con i loro trattori e che minacciano il blocco di Roma oltre che di molte altre città europee Bruxelles compresa.

A pochi minuti dalla decisione della presidente, Coldiretti ha manifestato la propria soddisfazione per bocca del suo presidente nazionale Ettore Prandini. Dal canto suo Confagricoltura con una nota afferma: “Quando il pragmatismo prevale sull’ideologia è sempre una buona notizia. E’ stata accolta una richiesta avanzata da tempo dalla nostra Organizzazione per salvaguardare il potenziale produttivo del nostro settore. Prendiamo atto positivamente che la Commissione europea ha scelto di dare ascolto alle proteste in atto in numerosi Stati membri. Ora occorre andare avanti su questa strada”. E’ questo il commento del presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sull’annuncio della presidente von der Leyen che proporrà al Collegio dei commissari il ritiro formale della proposta di regolamento per ridurre della metà, entro il 2030, l’utilizzo dei fitofarmaci. “In Italia – sottolinea Giansanti – il taglio avrebbe potuto superare addirittura il 60 per cento. La nostra linea è chiara. Il ricorso alle medicine delle piante nei processi produttivi va ridotto, come già si sta verificando, ma ogni divieto deve prevedere un’alternativa valida sotto il profilo tecnico ed economico”. “Il ritiro della proposta di regolamento sui fitofarmaci dimostra che la soluzione dei problemi che stanno affrontando gli agricoltori vanno risolti in larga misura a Bruxelles. Per questo abbiamo deciso di tenere nella capitale belga un’assemblea straordinaria il 26 febbraio”.

“Ora – conclude il presidente della Confagricoltura – va sospesa l’entrata in vigore delle nuove misure in materia di emissioni industriali estesa agli allevamenti e sul ripristino della natura. I testi potranno essere rivisti alla luce dei risultati del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura promosso dalla Commissione UE. E’ una questione di coerenza”. “Anche per l’agricoltura trentina è un’ottima notizia in quanto le patologie con cui gli agricoltori trentini si stanno confrontando sono sempre più difficili e numerose – dichiara Diego Coller, Presidente di Confagricoltura del Trentino - I frutticoltori e viticoltori trentini hanno sempre usato con i criteri della produzione integrata il minor numero di interventi possibili e principi attivi meno impattanti sull’ambiente. La riduzione del 50% dell’uso dei fitofarmaci avrebbe significato l’insostenibilità economica delle nostre produzioni. Ora è fondamentale accelerare sull’autorizzazione delle Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita) per il miglioramento genetico delle varietà vegetali, in particolare per la vite e melo”.













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