Il caso

Inchiesta mascherine, trenta indagati tra cui Kompatscher: ecco quello che sappiamo finora

Nel mirino la commessa da 29 milioni di euro per le mascherine acquistate da Oberalp in Cina: talmente inadeguate che i tecnici ne hanno persino sconsigliato lo smaltimento. 


Stefan Wallisch


BOLZANO. Sono una trentina le persone indagate, tra loro anche il governatore Arno Kompatscher, nella maxi-inchiesta relativa ai dispositivi di protezione individuale anti-Covid che la Provincia e l'Asl di Bolzano avevano acquistato, o anche solo commissionato, per far fronte alla prima fase della pandemia.

Le due indagini inizialmente separate, cioè quella sull'acquisto degli scaldacollo da distribuire alla popolazione e poi quella sulle mascherine cinesi commissionate al gruppo Oberalp, sono state ora accorpate in un unico fascicolo dalla Procura di Bolzano.

Le mascherine vennero richieste dall'Azienda sanitaria altoatesina nel marzo 2020 alla Oberalp, che le acquistò in Cina. La somma totale era di 29 milioni di euro.

La Oberalp aveva anticipato questa cifra, acquistando le mascherine in un periodo in cui erano merce rara, essendo appena scoppiata la pandemia in tutto il mondo.

Una volta arrivate in Alto Adige, però, le mascherine non furono utilizzate, in quanto considerate fuori norma in base ad alcuni test, e quindi l'Azienda sanitaria non pagò la fornitura alla Oberalp. Da allora, la vicenda è irrisolta.

«La Oberalp ha agito correttamente ed attende ancora il pagamento della merce acquistata, per oltre 20 milioni di euro», afferma l'avvocato Gerhard Brandstätter, difensore di Christoph Engl, amministratore delegato del gruppo Oberalp, noto al grande pubblico per il marchio Salewa.

Engl era indagato, come già noto, assieme a Florian Zerzer, direttore generale dell'Azienda sanitaria (difeso dagli avvocati Paolo e Federico Fava), per violazione delle disposizioni sull'importazione di materiale sanitario.

In un recente incidente probatorio, alcuni giorni fa, il perito del gip, Giovanni Stella, ha confermato che le mascherine cinesi sarebbero, alla luce delle verifiche svolte in tre laboratori esteri, talmente inadeguate allo scopo da averne perfino consigliato lo smaltimento.

Questa perizia potrebbe aver dato un nuovo impulso all'indagine, con nuovi indagati e con il blitz svolto ieri mattina (23 dicembre) dai carabinieri, che hanno svolto perquisizioni informatiche sia alla Oberalp che in Provincia ed alla sede dell'Asl.

Tra i circa trenta indagati ci sono molti funzionari pubblici e, come detto, anche il presidente della giunta Arno Kompatscher, difeso dall'avvocato Karl Zeller, che dichiara all'Ansa: «Il presidente ha sempre agito in modo corretto e trasparente e tra l'altro non è stato neanche competente» per quanto riguarda l'acquisto dei supporti di protezione individuale da parte dell'Azienda sanitaria. Lo stesso governatore in serata in una nota assicura che «le indagini confermeranno la nostra correttezza».

L'inchiesta era partita un anno e mezzo fa ed ora sono stati unificati i vari filoni.













Scuola & Ricerca

In primo piano