Quando lo sport aiuta lo spirito di integrazione 

Santa Croce, la bella storia di Mohamed Diallo che gioca nel Calcio Bleggio Assieme agli altri profughi cerca anche un lavoro: «Speriamo di essere accolti» 


di Graziano Riccadonna


SANTA CROCE DI BLEGGIO. Ambientamento dei profughi, questa la scommessa da vincere nelle Giudicarie, a cominciare dal Bleggio. Dopo il primo periodo di arrivo, i quattro profughi di Santa Croce di Bleggio affrontano ora il periodo del soggiorno stabile. Un periodo più tranquillo, ma egualmente soggetto a controlli e soprattutto verifiche relative ai quattro profughi ospiti dell’appartamento della Casa di riposo di Santa Croce, cui si aggiungono gli altri quattro ospiti già dallo scorso anno della canonica di Cares (Comano Terme).

Bisogna ricordare che tre dei quattro profughi africani sono arrivati qui da soli cinque mesi, al posto dei tre allontanati per vari abusi (avevano infranto il codice di comportamento); tutti sono affidati all’ente di accoglienza Cinformi e ospiti della casa di soggiorno di Santa Croce di Bleggio, nel condominio Rosa, in un appartamento dell’Apsp.

Si tratta di tre profughi (anche questi molto giovani) provenienti dall’Africa che vanno ad unirsi all’unico profugo rimasto a Santa Croce dopo l’allontanamento degli altri tre, il malitano Mohamed Diallo, musulmano come gli altri, che in questo periodo di permanenza si è fatto veramente voler bene dagli abitanti di Santa Croce. Tutti sono alla ricerca di un lavoro, di un’occupazione, sia pure precaria. In questa ricerca hanno ottenuto l’appoggio delle istituzioni, come il presidente Apsp Aldo Serafini, che lancia l’appello: «Noi siamo ben disposti all’accoglienza e in questo caso i patti sono stati rispettati. Preghiamo i convalligiani di dare loro almeno una possibilità».

I nuovi profughi hanno già esperienza lavorativa, due in agricoltura e uno nell’elettronica: Aly, Talla e Yahya, provenienti da quell’Africa subsahariana tristemente nota per le crudeli guerre tribali. Aly dal Senegal (faceva l’agricoltore), Yahya dal Burkina Faso (andava a scuola,) Talla dal Mali (faceva la scuola coranica), Mohamed andava ancora a scuola (è venuto via sei anni fa). «Una situazione senza respiro la nostra - dicono all’unisono i quattro migranti - speriamo di essere accolti qua!» Attualmente Mohamed dopo l’anno di servizio civile è impiegato alla coop Bucaneve, come Aly, mentre Talla è ancora in attesa di occupazione e Yahya va a scuola a Tione. Ora lavora al Maso delle Rose a Cavrasto.

Speranza di inserimento nutrono anche gli altri tre migranti, che si stanno inserendo nello sport locale: basket e calcio, come Diallo che gioca nella prima categoria col Calcio Bleggio.

Mohamed Diallo ne approfitta anche per lanciare un appello. «Domando notizie delle mie sorelle di 8 e 10 anni, rimaste in Mali dell’est - dice nel suo italiano fluente - mentre io ho dovuto scappare. Prego l’autorità italiana se può fare qualcosa per sapere il destino delle sorelline Diallo». Le vicende nigeriane col Boko Haram sconfinano spesso e volentieri nelle terre malitane. Ma speriamo nel miracolo.

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