baitoni di lodrone 

In via Olte sbarca nuova azienda 

Il capannone dell’ex Gustosì pronto a riprendere vita a gennaio


di Aldo Pasquazzo


BAITONI DI BONDONE. Un tempo (2002) si era chiamata “Modofood”, poi nel 2007 l'azienda di Baitoni di Bondone aveva cambiato nome e gestione in “Gustosì”. In entrambi i casi le aziende trattavano la creazione di piatti preconfezionati e davano lavoro a circa 15 – 18 dipendenti. Poi una crisi aziendale aveva costretto alla chiusura dello stabilimento. Ora c’è una novità. Dal prossimo gennaio, dentro quella medesima superficie (6 mila metri quadrati e più) arriva una new-co, la Next Food srl, che fa riferimento a Pollo Arena. Al momento sono solo indiscrezioni, ma la notizia è sulla bocca di tutti. A quanto pare, in via Olte a Baitoni la nuova azienda lavorerà su una nuova linea di prodotti alimentari e una nuova tecnologia. I dipendenti occupati non dovrebbero oltrepassare le dieci unità.

Dopo il fallimento della Gustosì (2014) e dopo varie gare d’asta un gruppo facente riferimento a Pollo Arena ha deciso investire in questa tecnologia innovativa a livello mondiale. La prima fase è stata dedicata a rimettere in funzione lo stabilimento, le tecnologie e le ricette per i vari mercati mondiali. Da gennaio si farà conoscere con una campagna via internet nei vari mercati proponendo stabilimenti chiavi in mano con relative ricette locali.

La new-co è considerata un innovativo luogo di R&D (ricerca e sviluppo) avanzato dove si lavorerà per sviluppare il processo di piatti pronti con una shelf life (durata) di 12 mesi fuori frigo tramite la sterilizzazione a microonde. Tale processo verrà presentato in tutto il mondo e la Next Food di Baitoni sarà il suo punto di riferimento produttivo. Non solo piatti pronti come in passato, ma il nuovo prodotto andrà alla conquista di mercati attraverso progetti pensati in paesi come ad esempio Russia, Arabia Saudita, Thainlandia, Stati Uniti. Con prospettive di sviluppo importanti, visto che si parla un grosso investimento patrimoniale per riavviare lo stabilimento.

Insomma, al momento tante indiscrezioni e voci. Ma cresce l’attesa in paese per rivedere in vita il capannone di via Olte. E soprattutto in tanti sperano che possa portare nuovi posti di lavoro, in un ambito da anni sofferente come il settore industriale di Storo.

L'edificio, un tempo ex Jado, negli anni Settanta, dava lavoro ad una ottantina di dipendenti, che sfornavano maniglie in rame e ottone. Poi il gruppo bresciano aveva chiuso di fronte ad una spietata concorrenza arrivata dalla Cina. Un fenomeno che aveva pure riguardato la Gra di Condino (Giacinto Rivadossi Agnosine, in cui inizialmente c’erano 100 dipendenti), la cui proprietà era successivamente passata in altre mani e dopo ulteriori vicissitudini (gruppo Pelanda e poi Paternò) pure loro avevano sbarrato i cancelli. Ora pare che l’area sia tornata di interesse per una nuova realtà produttiva di valle.













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