«Riaprire il punto nascita è solo la prima tappa» 

Per il presidente della Comunità di Fiemme Zanon necessario rivedere l’accordo Stato Regioni del 2010. Contro la penuria di medici «facoltà di Medicina a Trento»


di Francesco Morandini


CAVALESE. «La data del prossimo primo ottobre, indicata come possibile per il ripristino dell'operatività del punto nascita dell'Ospedale di Fiemme, non deve essere vista come la conclusione di un percorso, bensì come una tappa importante nel complicato sistema di erogazione dei servizi nelle valli, in special modo nei confronti delle realtà più distanti dal centro, così che la volontà di mantenimento dei servizi sia chiara ed evidente».

Lo dichiara il presidente della Comunità territoriale della Val di Fiemme, Giovanni Zanon, che coglie l’occasione per ripercorrere alcuni passaggi della vicenda: «È bene ricordare che, fortunatamente solo per un breve periodo, nell'Ospedale di Fiemme era stato sospeso anche il servizio di reperibilità notturna. Con questa deroga è stata concessa un’importante possibilità di mantenimento di un servizio nel nostro nosocomio, ma è stato chiaro fin da subito che le condizioni, in particolare quelle relative alla dotazione del personale, erano estremamente difficili da rispettare. Nel frattempo, la Giunta provinciale ha condiviso l'importanza del mantenimento di questo servizio inserendolo nel più ampio ragionamento della permanenza delle popolazioni in montagna e iniziando a ragionare su un “Progetto speciale per situazioni speciali».

La grande difficoltà del trovare professionisti con esperienza e affidabilità disponibili a lavorare in val di Fiemme, osserva il presidente della Comunità, ha fatto sì che ci siano voluti più anni per superare anche questo scoglio. «In questa complicata discussione, spesso ci si dimentica - prosegue Zanon - che un grande risultato è stato raggiunto quando alla fine dello scorso inverno, a seguito di specifica richiesta dell'assessorato alla salute, è stata data la possibilità di completare gli organici non solo con personale dipendente, ma anche a liberi professionisti “di provata competenza ed esperienza”. Ora, giunti auspicabilmente a una positiva soluzione per il punto nascita di Cavalese, è necessario rivedere l'organizzazione aziendale per far sì che la stessa, tramite l'importante ruolo dei dipartimenti, sia in grado di garantire la presenza del personale non solo per quanto riguarda il punto nascita, ma anche per le altre unità operative degli ospedali di valle, posto che in futuro - i primi sentori già ci sono - avremo grandi difficoltà nel reclutamento di professionisti».

Per Giovanni Zanon è anche necessario rivedere i contenuti dell'accordo Stato Regioni del 2010, in particolare per quanto riguarda la dotazione dei professionisti necessari, posto che la denatalità sempre maggiore richiede una rivisitazione di quell'accordo oramai non più attuale».

Zanon conclude con l'auspicio e l'augurio che per chi si troverà a gestire gli aspetti socio-sanitari nei prossimi cinque anni nella nostra provincia è che riesca a lavorare al meglio per garantire i necessari servizi anche nelle realtà più distanti dal centro, ricercando modalità di lavoro diverse, come ad esempio la rotazione del personale. «Credo che a tal proposito l'istituzione della facoltà di Medicina anche a Trento, ipotesi più volte affrontata nel corso degli anni sia ancora argomento valido da approfondire». (l.ch.)

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