Nei boschi di Moena  a terra il 75% del legname 

A 15 mesi da Vaia. Fino ad ora raccolti e fatturati 25 mila metri cubi netti. Problematica l’area di Lusia, dove devono convivere la ditta per l’esbosco, gli operatori dell’Alpe e i turisti


Gilberto Bonani


Moena. Lavoro lungo e complesso quello del recupero del legname schiantato dalla tempesta Vaia nel territorio comunale di Moena. Fino a oggi le ditte private e la squadra boschiva comunale hanno raccolto circa il 25% del legname a terra. Nei prossimi due anni amministratori e tecnici forestali sperano di completare l’arduo compito anche se sul terreno, specialmente nelle zone più impervie, rimarranno migliaia di alberi.

Il Comune di Moena è stato in assoluto il territorio più penalizzato dalla tempesta di vento dell’ottobre 2018. Le ultime stime fissano la quota a 150mila metri cubi di legname lordo (107mila netti) mentre la componente raccolta e fatturata si ferma a 25mila 523 metri cubi netti. I problemi che rallentano l’attività sono duplici: mancanza di una rete di strade e asperità del terreno.

Il maxi lotto

Da pochi giorni l’amministrazione ha assegnato alla ditta Klade un maxi lotto di 50mila metri cubi nella zona compresa tra gli abitati di Sorte, Penia e Medil. Qui si sta lavorando sulla strada forestale “Crepac” (1,3 chilometri eseguiti per un totale di 1,460 chilometri) con una spesa, a oggi, di 247mila euro come ha specificato Bruno Crosignani, responsabile dell’ufficio distrettuale forestale di Cavalese. Non è ancora chiaro come completare il tracciato nel bosco. Anche nel corso della sessione forestale si sono confrontate le tesi di fermare la strada o di progettare una discesa nell’area del campo sportivo ipotizzando un tracciato ad anello utile anche per la viabilità della frazione di Medil.

La strada “Terre Rosse”

C’è poi da affrontare la variante alla frazione di Sorte e la realizzazione della strada, detta delle “Terre Rosse” che porta nell’area di Roncac attraverso Malga Panna – Doss Budon. La valenza del progetto è duplice: permettere un accesso più sicuro ai mezzi forestali e servire il cantiere che i Bacini Montani realizzeranno per costruire una seconda briglia filtrante sul rio Costalunga a protezione dell’abitato di Moena.

Probabilmente la situazione più complessa è quella dell’area di Lusia, sulla sinistra orografica della valle di San Pellegrino. Qui interferiscono vari attori: la ditta presente per l’esbosco, gli operatori dell’Alpe Lusia e le frotte di turisti che salgono la montagna a piedi e in bicicletta. È possibile che in tarda primavera si aggiunga anche il cantiere per realizzare il collegamento funiviario Moena – Valbona. Un affollamento che interferisce con la sicurezza.

L’appello

Un appello è arrivato da Gigi Casanova, custode forestale, che ha spiegato la complessità della gestione dei cantieri dopo l’evento Vaia. Come operatore a contatto diretto con la popolazione, turisti e addetti ai lavori, ha fatto un appello alla cultura della sicurezza prevenendo in particolare il passaggio di escursionisti nelle strade dove esiste chiaramente un’ordinanza che ne vieta l’accesso. «Nonostante i danni subiti – ha concluso Bruno Crosignani – il bosco di Moena continua a crescere. Se Vaia ha cancellato venti anni di ripresa continuerà il prelievo di alberi, ovviamente in maniera ridotta e in base all’interesse del mercato».















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