L’Hotel Villa Margherita rilevato da cordata fassana 

Pera, la struttura alberghiera era in vendita. Bernard, presidente della società impianti a fune Catinaccio, con una ventina di soci ha deciso di rilanciarla


di Valentina Redolfi


PERA DI FASSA. Un gruppo di imprenditori fassani e da fuori, ma con legami in valle, hanno acquistato l’Hotel Villa Margherita di Pera di Fassa. La struttura si trova nella parte bassa di Pera, sotto la statale delle Dolomiti, a fianco della seggiovia, riaperta il 28 gennaio, che dal paese porta al Ciampedie e di conseguenza a tutta la zona del Gardeccia e del Catinaccio. L’investimento è stato importante, ma con il sostegno e l’apporto di una ventina di soci è stata costituita la società “Fassa Village srl” con presidente Roberto Arghenini, un commercialista di Lodi con casa a Vigo di Fassa e consigliere della Fassa Terme. Fra i venti soci, la maggior parte sono fassani e proprietari di aziende in valle. Uno di questi è Claudio Bernard, proprietario dell’azienda commerciale “Bernard Claudio Motors”, presidente della società impianti a fune Catinaccio e presidente della Fassa Terme.

Bernard spiega che l’idea fare questa operazione era nell’aria da qualche anno, perché l’Hotel Villa Margherita era finito nelle mani delle banche. Nell’ultimo anno stava quasi per essere venduto a persone estranee alla valle e così, ci si è mossi e in poco tempo è stata costituita la Società Fassa Village ha acquistato l’albergo.

«Fra i soci ci sono persone di Pera, Pozza e Vigo e anche due o tre persone che sono con me nella Fassa Terme - spiega Bernard -. Abbiamo saputo che la banca stava per vendere l’Hotel e abbiamo deciso di comprarlo. Ora l’albergo è dalla nostra società e attualmente è aperto. La conduzione l’abbiamo affidata al gestore che c’era prima, ora anche lui un socio con noi. Il nostro obiettivo è avviare una riqualificazione della struttura e farne un hotel a 4 stelle. Mi piace - prosegue Claudio Bernard - che nella nostra società ci sia una diversificazione: c’è un ristoratore, un impiantista, un noleggiatore, un ingegnere. Tutte persone con competenze importanti per l’intera azienda».

L’azione intrapresa dalla Fassa Village può essere un esempio per altre strutture alberghiere in valle in difficoltà, chiuse o a rischio?

«Il discorso è grande ed è troppo semplicistico pensare che la soluzione sia fare come abbiamo fatto noi - risponde l’imprenditore Bernard -. Non vogliamo insegnare niente a nessuno. A noi dispiaceva per la struttura e non volevamo venisse venduta a qualcun altro. Abbiamo acquistato qualcosa che era già sul mercato. Chi si è messo con me, è tutta gente che crede al territorio, che ci vive, ci lavora e che ha una propria azienda in valle. Non è un momento facile, ma lo è come altre volte in passato. Penso che non sia giusto guardare solo alle difficoltà: se si fa così non si va avanti, se si è capaci di vedere delle opportunità, allora qualche idea salta fuori».

La struttura ha sessanta posti letto e al suo interno c’è anche l’appartamento per il gestore.

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