Il Covid dimezza la Marcialonga 

La granfondo di Fiemme e Fassa. I tour operator Maxpulse e Pwt, che piazzavano in Scandinavia 3.000 pettorali, annullano la trasferta   in Italia, gli organizzatori sperano di avere al via il 31 gennaio la metà dei partecipanti delle scorse edizioni: «Sarebbe un grande traguardo»


MAURIZIO DI GIANGIACOMO


Cavalese. Se andrà tutto bene, quella del 31 gennaio 2021 – a dispetto del cinquantesimo anniversario della Granfondo di Fiemme e Fassa – sarà una Marcialonga “dimezzata”. «E sarebbe già un grande traguardo», dice il presidente Angelo Corradini. Nelle due vallate i cannoni hanno cominciato a “sparare”: buon segno, vuol dire che la gara si farà, Covid o non Covid. Al di là della volontà degli organizzatori, forte sarebbe anche quella della politica, determinata a non perdere nemmeno un evento sportivo, dopo l’assegnazione a Milano e Cortina (ma anche alla Val di Fiemme e Baselga di Piné) delle Olimpiadi invernali del 2026. Ma in quanti si presenteranno alla partenza di Moena, tra campioni e “bisonti”? E, soprattutto, saranno al via le migliaia di fondisti scandinavi che, dal 2003 (anno del ritorno alle tecnica classica), hanno fatto la fortuna della regina delle granfondo italiane, garantendo all’economia delle due vallate un indotto di diversi milioni?

Arrivederci al 2022

Non è necessaria una grande inchiesta per capire che – eccezion fatta per i top skiers - di norvegesi, alla Marcialonga, ce ne saranno davvero pochi. Basta consultare il sito web… della Marcialonga, nella sua versione inglese, e seguire il percorso per l’iscrizione. Arrivati alla pagina dei tour operators, a campeggiare sono appunto quelli norvegesi, Maxpulse e Pwt: il sito di quest’ultimo, che ha anche una versione italiana, riporta chiaramente che la spedizione alla Marcialonga 2021 è annullata e il viaggio è rimandato al 2021; in quello di Maxpulse il link alla Marcialonga 2021 vi rimanda alla homepage, nella quale la prima proposta è la versione artica della Marcialonga, organizzata appunto in Scandinavia nelle stesse date di quella italiana perché (testuali parole) «a causa della pandemia, sarà difficile per i norvegesi completare la gara nel 2021».

I conti di Angelo Corradini

Solitamente, Maxpulse e Pwt piazzano sul mercato scandinavo qualcosa come 3.000 pettorali. Tolti questi e immaginando che gli altri tour operator stranieri non siano orientati tanto diversamente, ecco spiegato il “conto” di Angelo Corradini. «Al via ci saranno i top skiers e gli italiani – dice il presidente del comitato organizzatore – Alcuni tour operator scandinavi hanno annullato chiaramente la spedizione, altri non hanno ufficializzato ancora la loro decisione. In realtà non abbiamo brutti segnali, dall’estero qualche gruppo comincia a farsi vivo, il nostro traguardo è avere la metà dei concorrenti delle passate edizioni (erano 6.500, ndr), nelle condizioni in cui siamo sarebbe un grande traguardo».

Quanto costa la pista

Fin qui le note dolenti relative alle entrate. Ma non sono più liete quelle che arrivano dal fronte delle spese: innevare 70 chilometri di pista costa sempre un sacco di soldi, senza dimenticare che gli organizzatori dovranno ovviamente far fronte a spese supplementari legate alla pandemia. La neve “costa” più o meno 400 mila euro. «Se mettiamo nel conto l’ammortamento di 27 cannoni e 4 battipista, il 10% di un milione e mezzo di attrezzature ammonta già a 150 mila euro; 50/60 mila euro li spendiamo di energia elettrica, si aggiunga acqua, trasporti, gattisti e si fa presto ad arrivare a 350/400 mila euro – spiega Corradini -. Ma ovviamente è una somma che può variare con le precipitazioni».

Con la metà dei partecipanti, la sostenibilità economica è garantita? «Per l’edizione 2021 non ci sono problemi, contando nel contributo delle amministrazioni comunali. La riduzione del 50% dei partecipanti non comporta una contrazione altrettanto grande del nostro fatturato. Ma se questa situazione si dovesse protrarre fino al 2022 cominceremmo a piangere».

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