Aggredisce l’agente “non ladina” 

Il caso in tribunale. L’imprenditore fassano condannato a tre mesi di reclusione per oltraggio e interruzione di pubblico servizio. La vigilessa stava facendo la multa alla macchina dell’uomo. «Tu rubi il lavoro agli altri»



Soraga. Aggredisce verbalmente l’agente della polizia locale val di Fassa perché non parla ladino e si ritrova condannato a tre mesi di reclusione. E pure a dover pagare alla vigilessa (che si è costituita parte civile nel procedimento) un risarcimento da 10 mila euro. Così ha deciso il giudice nei confronti di un imprenditore fassano che avrebbe alzato molto i toni e usato delle parole pesanti nei confronti dell’agente che gli stava facendo la multa alla macchina parcheggiata male. I reati contestati all’uomo? Oltraggio a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio perché avrebbe anche preso dalla mani della donna in divisa la multa che stava compilando e i suoi documenti d’identità. Impedendo a quel punto il pagamento della sanzione.

Ma veniamo alla ricostruzione dei fatti presentata in aula dalla procura dopo la denuncia che era stata firmata dall’agente della polizia locale davanti ai carabinieri. Siano nel gennaio di 2 anni fa, a Soraga. La vigilessa sta sanzionando una macchina che era stata parcheggiata male, non rispettando quanto previsto dal codice della strada. Mentre la donna sta compilando le carte arriva l’imprenditore, proprietario della vettura. Al quale la donna chiede i documenti per convertire l’avviso di multa in contestazione della sanzione. Documenti che l’uomo, in base alla ricostruzione che è stata fatta, non voleva mostrare nonostante le reiterate richieste da parte dell’agente. E poi avrebbe iniziato a rivolgersi alla donna in ladino con fare che, nel capo d’imputazione, viene definito arrogante. «Ma tu capisci quando parlo?» e ancora «capisci il ladino?. Poi c’è stata, alla fine, la consegna dei documenti richiesti ma l’uomo avrebbe manifestato la sua intenzione di rivolgersi nelle immediatezze dei fatti al Comun General per verificare se la vigilessa avesse il patentito di ladino. La donna ha quindi iniziato a rispondere all’uomo spiegandogli che no, il patentino non lo ha e che non è requisito necessario per ricoprire il ruolo di agente della polizia locale. E che comunque il ladino lo comprende anche se lo parla poco . Parole che, evidentemente, non avevano rassicurato l’uomo che, con un tono di voce così alto che è stato sentito almeno da un’altra persona presente sulla strada, avrebbe iniziato ad aggredire verbalmente l’agente. In che modo? Accusandola di rubare il lavoro alla gente della val di Fassa in possesso di regolare patentino. «Qui per lavorare bisogna essere ladini e tu non lo sei, tu rubi il lavoro agli altri». E per finire avrebbe strappato dalle mani della vigilessa la contestazione e i suoi documenti d’identità per poi andarsene.

Il fatto è diventato oggetto di denuncia che lunedì ha concluso l’iter in primo grado con la condanna del fassano a tre mesi di reclusione e, come detto, al pagamento di un risarcimento a favore della donna da 10 mila euro. Si valuterà l’eventuale ricorso in appello.













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