Eventi

Così i soccorritori gestiscono lo stress nelle operazioni più complesse

Settimana della Protezione civile. Confronto aperto tra gli operatori grazie agli Psicologi per i popoli del Trentino



TRENTO. Non eroi, ma professionisti del soccorso che nello svolgimento della propria attività devono far affidamento sulla propria formazione tecnica. E non solo su quella. Nella gestione delle emergenze è necessario essere preparati ad affrontare reazioni fisiche ed emotive sia nelle vittime sia in se stessi. Perché si è uomini e donne anche se si indossa una divisa alla quale si è legati da un forte senso di appartenenza. Il tema è stato ieri sera al centro di un appuntamento dedicato ai membri delle Strutture operative della Protezione civile e promosso dagli Psicologi per i popoli del Trentino Odv negli spazi della Biblioteca universitaria centrale.

“Conoscere le proprie reazioni e condividerle è fondamentale per gestirle e continuare così svolgere la propria opera di aiuto con equilibrio psicologico ed efficacia professionale” hanno spiegato Diego Coelli, Giovanna Endrizzi e Laura Valer agli operatori (Vigili del fuoco volontari, Croce rossa e Nuvola) intervenuti all’incontro, inserito nel ricco calendario della Settimana della Protezione civile. “Il soccorritore per definizione è attento ai bisogni degli altri, ma è anche un essere umano dotato della stessa fragilità che percepisce e cura nelle vittime” sono state le loro parole.

Percezione di sé, respiro e gestione dello stress appaiono come strumenti fondamentali per affrontare le situazioni più complesse, che mettono alla prova la stabilità emotiva anche degli operatori più navigati. La fase dell’intervento - è stato detto - espone ad esperienze che possono generare stess ed in qualche caso veri e propri traumi. In quel preciso momento si mette a frutto la propria preparazione professionale, da cui possono conseguire sensazioni positive di euforia ed efficacia, quando si riesce a prestare effettivamente aiuto. Ma qualora l’intervento non avesse successo, possono sorgere sentimenti di inadeguatezza, delusione e colpa.
Per i soccorritori è dunque importante riconoscere le proprie reazioni emotive e - a conclusione degli interventi più complessi sotto il profilo psicologico - condividere le proprie sensazioni con i colleghi in un momento di debriefing. Questo consente di integrare le diverse esperienze vissute, i vari punti di vista e le percezioni. Con l’aiuto di chi ha partecipato alle operazioni, si possono infatti mettere in ordine eventi e pensieri: l’ascolto e il dialogo consentiranno di osservare l’emergenza sotto diversi punti di vista, creando un clima di solidarietà nel gruppo.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs