L’intervista

Carabinieri, la prima donna al comando di una stazione dell'Arma altoatesina

Cresciuta a Ortisei, madre sudtirolese e padre toscano, è perfettamente bilingue. Dopo due anni e mezzo come vice a Chiusa, dal 12 febbraio è alla guida di Cornedo all’Isarco


Paolo Tagliente


BOLZANO. Alessia Paolini è giovanissima - nata nel 1998, compirà 26 anni il prossimo maggio- eppure è già entrata nella storia dell'Arma altoatesina. Sì, perché il maresciallo ordinario Alessia Paolini è la prima donna a comandare una stazione dei carabinieri della nostra provincia. Per la precisione, quella di Cornedo all'Isarco. Un onore e un onere che Alessia affronta con l'orgoglio di chi ha la Benemerita nel Dna. Letteralmente.

Chi è Alessia Paolini?

Sono nata a Bolzano e cresciuta a Castelrotto. Mia madre è altoatesina di lingua tedesca, mio padre è toscano d'origine e io ho sempre parlato entrambe le lingue. Mi sono diplomata all'Istituto tecnico ed economico Raetia di Ortisei, settore turistico. Mio padre è un ex carabiniere e carabiniere lo era anche mio nonno: insomma, è stato naturale, per me, crescere con certi valori. I carabinieri sono da sempre una parte importante della mia vita e della mia formazione, ancora prima che decidessi di indossare la divisa. La mia passione è da sempre la giurisprudenza e così, quando ho saputo del concorso pubblico per l'ammissione all'8°corso triennale di allievi marescialli del ruolo Ispettori dell'Arma dei carabinieri, riservato a ragazze e ragazzi in possesso dell'attestato di bilinguismo, ho deciso di presentare la mia domanda. Ed è andata bene: superati i test e le visite, sono stata ammessa al corso triennale, nella Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze, dove ho conseguito la laurea triennale in “Scienze giuridiche della sicurezza”. Sono tre anni davvero intensi, dove oltre a seguire lo studio ci si deve anche addestrare.

Poi il giuramento e il ritorno in Alto Adige?

No. Durante la pandemia, nonostante fossimo ancora allievi, il mio corso ha dato un contributo per fare fronte all'emergenza. Io sono stata assegnata al Comando stazione di Pordenone, in Friuli Venezia Giulia. Sono stati nove mesi davvero intensi, umanamente e professionalmente molto appaganti. Dopo il giuramento, la mia prima destinazione è stata la stazione di Chiusa, dove sono stata vice comandante per due anni e mezzo. Sono rimasta lì fino allo scorso novembre, poi sono stata assegnata alla stazione di Cornedo all'Isarco e, il 12 febbraio scorso, sono stata nominata comandante di stazione. È successo tutto molto rapidamente, non me lo aspettavo.

Un incarico importante e delicato. Anche perché lei è la prima donna a ricoprirlo

Senza dubbio. Ma è un incarico di grande responsabilità che ho assunto con grande orgoglio ed emozione. Da sempre so bene quanto sia importante instaurare un filo diretto con i cittadini e rispondere alla loro richieste: compito che continuerò a portare avanti con dedizione. Ora, però, da comandante, sarò io a dover prendere le decisioni e a interfacciarmi con i vertici del comando provinciale. Darò il meglio di me per svolgere questo incarico nel migliore dei modi. Ormai da tempo, l'Arma è molto attenta a inserire, qui in Alto Adige, nelle file del proprio personale, militari bilingui.

È davvero così importante?

È importantissimo. Significa abbattere quelle che potrebbero essere le barriere linguistiche ed ascoltare tutte le persone, essere loro ancora più vicini, diventare un punto di riferimento e garantire ancora maggiore sicurezza. 













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