il caso

Bolzano, i video degli incendi postati sui social per una sfida su Tik Tok

Una dozzina di cassonetti bruciati nel giro di una settimana. Caccia ai responsabili


aliosha bona


BOLZANO.  È l’ultima “sfida” dei giovani su Tik Tok: inseriscono una miccia all’interno della campana, attendono che faccia effetto e nel frattempo estraggono il cellulare dalla tasca per riprendere le fiamme. Il video, che scatena risate e commenti tra i coetanei, viene ovviamente dato in pasto ai social come motivo di vanto. Potrebbero spiegarsi così gli innumerevoli incendi, oltre una dozzina nel giro di una settimana, che si sono verificati soprattutto tra via Genova e via Bari, ma hanno colpito anche i cassonetti di via Alessandria, di via Duca d’Aosta e di via Longon, dove il fuoco si è allargato sino a distruggere una Smart parcheggiata nelle vicinanze. 

 

La caccia ai piromani è nelle mani dell’autorità giudiziaria. Gli investigatori sarebbero sulle tracce dei responsabili dopo le preziose segnalazioni delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e dei cittadini. Alcuni residenti in zona Don Bosco, nonché testimoni oculari, dicono di aver intravisto delle persone allontanarsi con fare sospetto qualche istante prima degli incendi dolosi. Preziose risulteranno le telecamere di videosorveglianza della città, soprattutto in via Genova, dove si è verificato l’ultimo di una serie di episodi. Domenica, attorno alle 20, dei soggetti hanno bruciato una campana del cartone, senza ulteriori danni grazie al pronto intervento dei Vigili del fuoco. E poi ancora a piazza Adriano, nel primo pomeriggio di venerdì scorso, le fiamme hanno avvolto un cassonetto. Il rischio è appunto che l’incendio vada a interessare altri bidoni o oggetti esterni come accaduto con la Smart di via Longon: in quel caso il parabrezza dell’auto è stato frantumato dal calore e la parte posteriore completamente sciolta dalle fiamme. 

La Seab

Dal primo episodio sono passati quasi dieci giorni. Era il 14 gennaio, quando è stata incendiata una campana destinata alla carta, targata Seab: da lì a poco il dolo è stato accertato, anche perché comprende una zona circoscritta, a parte qualche eccezione. L’azienda è fiduciosa che si possano trovare i colpevoli per procedere alla denuncia, anche se in questi casi l’identificazione in passato (soprattutto a Capodanno) è stata pressoché impossibile. «Sarebbe una novità assoluta rintracciarli, ma se è vero che ci sono dei video dovrebbe essere più semplice», sottolinea il presidente Kilian Bedin, «Noi siamo una società pubblica e questi danneggiamenti riguardano tutta la cittadinanza». I costi degli interventi sono altissimi: si stima infatti che tra intervento e sostituzione l’importo tocchi i tremila euro per ogni episodio. E il calcolo è presto fatto considerato che sono più di dieci gli episodi dolosi che riguarderebbero gli stessi autori. 













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